Amare

martedì 14 Novembre 2023

E qualche anno dopo, nel 2016, ho tradotto un racconto di Leskov che si intitola A proposito della sonata a Kreutzer, che è un racconto che comincia nel febbraio del 1881, il giorno del funerale di Dostoevskij, con l’io narrante, lo stesso Leskov, che va al funerale, poi torna a casa e si presenta da lui una donna velata che gli dice di averlo visto al cimitero, e che la persona che hanno appena accompagnato all’altro mondo era il suo confidente, di lei, e adesso lei ha bisogno di confessare a lui, a Leskov, una cosa che la tormenta e di chiederli un consiglio.
Leskov ha paura che sia una donna implicata in questioni politiche ma, è gentile, le dice «Va bene, mi dica».
Lei gli dice: «Io ho tradito mio marito».
Leskov è sollevato, ma le dice una cosa del tipo «Eh, e io come la posso aiutare?»
«Mi dica, glielo devo dire?»
Leskov non sa cosa rispondere e le chiede «Ma lo ama?».
«Se lo amo. Questa è, sa?, una parola strana, che tutti pronunciano ma pochissimi sanno che cosa vuol dire – dice la donna –. Amare è come se significasse essere destinate alla poesia e alla virtù. Ma di questo sentimento sono capaci in pochissimi. Le nostre contadine, invece della parola amare, usano la parola compatire. Non dicono: mi ama, dicono: mi compatisce. Secondo me è molto meglio, è una definizione più semplice. Amare – compatire significa amare in senso quotidiano».

[Domani, a Genova, con Laura Salmon parliamo di guerra, di traumi e di affetti (clic)]

Traumi e affetti

mercoledì 8 Novembre 2023

Uno, che si chiamava Venedikt Erofeev, si domandava se ci sarà poi, là, una bilancia, o non ci sarà. E che secondo lui su quella bilancia, se ci sarà, i sospiri e le lacrime peseranno più del calcolo e della premeditazione. E che là, quelli come lui, poco seri, peseranno di più e vinceranno.

[mercoledì 15 novembre, alle 10, a Genova, Camera di Commercio, sala del Bergamasco, via Garibaldi, 4, parlo con Laura Salmon di traumi e affetti dentro un convegno su Guerra e Pace tra le nazioni nel XXI secolo]

Cosa frena il progresso dell’umanità

martedì 28 Settembre 2021

«Guardate, cos’è dappertutto che frena il progresso dell’umanità: la donna!».

[Lev Tolstoj, La sonata a Kreutzer e altri racconti, trad. Laura Salmon, Milano, Garzanti 2019 (11), p. 37]

A cosa servono i comandamenti

lunedì 27 Settembre 2021

ma si sa che i comandamenti servono solo per rispondere all’esame del prete, che poi anche lì non servono molto, di gran lunga meno della regola sull’uso di ut nelle proposizioni condizionali.

[Lev Tolstoj, La sonata a Kreutzer e altri racconti, trad. Laura Salmon, Milano, Garzanti 2019 (11), p. 16]

Un minuto dopo

lunedì 22 Febbraio 2021

Raccoglieremo il silenzio, lo conserveremo e lo venderemo. In cassette. Per esempio, silenzio numero uno: «Aurora montana». Oppure silenzio numero cinque: «Languore d’amore». Numero nove: «Un minuto dopo la catastrofe aerea».

[Sergej Dovlatov, Straniera, trad. di Laura Salmon, Sellerio, Palermo 2016 (5), p 125]

Komintern

martedì 22 Ottobre 2019

Uno, che si chiamava Iosif Brodskij, pensava che Komnitern fosse il nome di un gruppo musicale.

[Repertorio dei matti della letteratura russa, redazione di Milano, da Sergej Dovlatov, Taccuini, a cura di Laura Salmon, Sellerio (questo matto è di Andrea Grossi)]

Cinismo astratto

giovedì 12 Aprile 2018

Lëva Baranov ha più di sessant’anni. È un ex pitore-molotovista. Al principio della sua carriera, dipingeva esclusivamente Molotov. I suo lavori venivano esposti in innumerevoli edifici amministrativi, poliambulatori, comitati di lavoro. Persino sulle pareti delle chiese sconsacrate.
Baranov aveva studiato fin nei particolari l’aspetto di questo ministro dal viso di operaio qualificato. Per scommessa disegnava Molotov in dieci secondi e, come se non bastasse, lo disegnava anche ad occhi bendati.
Poi Molotov fu destituito. Lëva tentò di disegnare Chruščëv, mea era inutile: i lineamenti di un agiato contadino si rivelarono al di sopra delle sue fozre.
La stessa storia accadde con Brežnev. La sua fisionomia da cantante d’opera a Baranov proprio non riusciva. E così Lëva, dal dispiacere, si trasformò in astrattista. si mise a dipingere macchie, linee e ghirigori colorati. E inoltre si mise a bere e a far risse.
I vicini si lamentarono di Lëva con il commissario di quartiere:
– Beve, si azzuffa, si occupa di robe tipo cinismo astratto…
In definitiva Lëva emigrò [in America], si mise al volante [a fare il tassista] e si calmò. Nei momenti di tempo libero raffigura Reagan a cavallo.

[Sergej Dovlatov, Straniera, a cura di Laura Salmon, Palermo, Sellerio 2016 (4), pp. 13-14]

Se sentiamo parlare inglese

mercoledì 11 Aprile 2018

Nel nostro quartiere è accaduta questa storia. Marusja Tatarovič ha ceduto e si è innamorata del sudamericano Rafael. Per due anni ha tentennato, ma poi ha fatto la sua scelta. Seppure, a guardar bene, Marusja non avesse altro da scegliere.
Tutta la nostra via stava in ansia a vedere come si sarebbero evoluti gli eventi. Queste son cose, si sa, che qui da noi si prendono sul serio.
Noi, significa sei edifici in mattoni attorno ad un supermarket, abitati prevalentemente da russi. Cioè, da ex cittadini sovietici. Oppure, come scrivono i giornali, da emigrati della «terza ondata».
Il nostro quartiere si estende dalla rete ferroviaria fino alla sinagoga. Un po’ più a nord, c’è il Meadow lake, a sud il Queens Boulevard. E noi stiamo in mezzo.
La Centottava Strada è la nostra arteria principale.
Noi abbiamo negozi russi, asili, fotografi e parrucchieri russi. C’è un agenzia di viaggi russa. Ci sono avvocati russi, scrittori, medici ed agenti immobiliari russi. Ci sono gangster e matti russi. Prostitute russe. C’è persino un suonatore cieco russo.
Da noi gli abitanti del posto sono considerati alla stregua di stranieri. Se sentiamo parlare inglese, ci mettiamo subito in guardia. In questi casi, chiediamo con insistenza:  
– Parli russo!
È finita che alcuni abitanti si sono messi a parlare il russo. IL cinese della tavola calda mi saluta sempre in russo:
– Buongiorno Solženicyn! – (A lui vien fuore Soloseniza).

[(Mi sono accorto adesso che hanno ristampato) Sergej Dovlatov, Straniera, a cura di Laura Salmon, Palermo, Sellerio 2016 (4), pp. 11-12]

Dovlatov

martedì 30 Maggio 2017

USA: Tutto quello che non è vietato è permesso.
URSS: Tutto quello che non è permesso è vietato.

[Sergej Dovlatov, Taccuini, a cura di Laura Salmon, Palermo, Sellerio 2016, p. 167]

Brodskij

martedì 30 Maggio 2017

Brodskij:
«Per lungo tempo ho creduto che in inglese non si potessero dire idiozie».

[Sergej Dovlatov, Taccuini, a cura di Laura Salmon, Palermo, Sellerio 2016, p. 167]