Del resto
Del resto, sono d’accordo con Tristan Tzara: le idee nascono nella bocca. Credo che nella testa ci sia soltanto aria calda in cui turbinano caoticamente le lettere dell’alfabeto. Queste, cadendo in bocca per via di un buco nel palato, formano delle frasi casuali. Proprio per questo la gente in genere pronuncia frasi insensate: non è padrona delle proprie parole.
Per quanto riguarda il sistema dei foglietti nascosti, raramente siamo caduti così in basso. In Vita da bohème, dato che Peltsi non parlava francese, doveva avere le sue battute da qualche parte, davanti agli occhi. Le aveva scritte in forma fonetica, con segni che aveva inventato, incomprensibili per chiunque altro. Una volta abbiamo dovuto incollare il foglio sulla fronte della sua partner. La macchina da presa era sufficientemente a lato perché non si vedesse. Si ha l’impressione che Peltsi guardi Evelyne Didi negli occhi declamandole sciocchezze romantiche, ma in realtà legge il testo incollato sulla sua fronte. C’era anche un piccolo proiettore che illuminava il foglio, e ci è servito anche per gli occhi dell’attrice.
[Aki Kaurismäki, Peter von Bagh, Dialogo sul cinema, la vita, la vodka, traduzione di Gualtiero De Marinis e Rinaldo Censi, Milano, ISBN 2007, p. 134]