Cortesemente
A Elisabetta, la regina d’Inghilterra.
Chiedo cortesemente alla Vostra benevola Maestà di volermi accettare come figlio adottivo. Attualmente sono un orfano, e devo lavorare ininterrottamente. Faccio notare che ho già terminato la scuola e il servizio militare, diciotto anni di scuola elementare, ogni anno due volte. Quindi non dovrà preoccuparsi della mia istruzione, da me avrà solo vantaggi, perché a casa posso badare ai miei fratelli e sorelle, cioè agli altri figli che lei ha, a questi miei amati fratellini e sorelline.
Inoltre sono sano, ho solo dei mal di testa al primo e al quindici di ogni mese, così come ogni domenica mattina. E mi manca un dente a causa di una discussione con un collega, ma in complesso sono robusto, soprattutto di gambe.
Ho una natura allegra. E so cantare e conosco diverse barzellette, per esempio quella della vedova e dello spazzacamino. Posso raccontarle, ma se lei lo desidera, posso farne a meno.
Sono pratico, e come figlio suo in casa posso essere utile. Riparare le condutture dell’acqua, lucidare la corona, portare il carbone in cantina, so fare di tutto, e non occorre chiamare un estraneo.
L’inglese lo conosco bene. Quando al cima c’è un film in inglese, io seguo sempre leggendo ad alta voce, e capisco tutto, specialmente quando tratta di cow-boy.
Spero che la mia richiesta abbia un esito positivo. Mi si può sempre trovare vicino al chiosco della birra, e se per caso non dovessi essere lì, la prego di lasciar detto alla mia collega all’entrata del cortile.
Saluti a papà.
[Slawomir Mrozek, La vita per principianti, traduzione di Giovanna Agabio, Milano, Bompiani 2015, pp. 5-7]