Non assomigliano agli artisti italiani

sabato 26 Giugno 2021

«Uno strano fenomeno, non è vero? Un artista pietroburghese! Un artista nella terra delle nevi, un artista nel paese dei Finni, dove tutto è umido, piatto, uguale, gri-
gio, nebbioso. Questi artisti non assomigliano affatto agli artisti italiani, fieri e ardenti come l’Italia e il suo cielo; al contrario, si tratta per la maggior parte di gente buona e mite, timida, indolente».

[Garzanti ha pubblicato una nuova edizione della Prospettiva Nevskij, traduzione di Pietro Zveteremich, introduzione mia]

Un’altra frase di Gogol’

mercoledì 17 Ottobre 2018

Appena ti metti sulla prospettiva Nevskij, si sente odore di passeggiata.

[Nikolaj Gogol’, La prospettiva Nevskij, dai Racconti di Pietroburgo che escono a fine novembre (forse) per Marcos y Marcos]

Una frase di Gogol’

mercoledì 8 Agosto 2018

Aveva visto, tutti insieme, tanti di quei vecchi, e semivecchi, rispettabili, con le decorazioni sopra ai frac, tante di quelle signore che camminavano leggere, orgogliose e graziose sul parquet, o sedevano in fila, aveva sentito tante di quelle parole francesi e inglesi, i giovani in frac erano pieni di tanta nobiltà, parlavano e tacevano con tanta dignità, talmente bene non dicevano niente di superfluo, scherzavano in un modo così maestoso, sorridevano così rispettosamente, avevano delle basette così superlative, con tanta abilità mettevano in mostra le proprie belle mani, mettendosi a posto la cravatta, le signore erano così aeree, così sprofondate in un autocompiacimento e un’estasi assoluti, abbassavano gli occhi in un modo così incantevole che… dal solo aspetto, mite, di Piskarëv, che, per la paura, si era appoggiato a una colonna, si capiva che si era completamente perso.

[È nella Prospettiva Nevskij]

Che strani caratteri

mercoledì 1 Agosto 2018

Signore benedetto! Che strani caratteri si incontrano sulla prospettiva Nevskij! Ci sono un mucchio di persone che, quando vi incontreranno, vi guarderanno immancabilmente gli stivali e, quando li oltrepasserete, si volteranno per guardare le falde del vostro cappotto. Io, fino ad oggi, non son ancora riuscito a capire da cosa dipenda. All’inizio pensavo che fossero dei calzolai, invece però non era affatto così: nella maggior parte dei casi prestano servizio in un dipartimento, molti di loro sanno scrivere dei rapporti eccellenti, da un ufficio all’altro; o altrimenti sono persone che si occupano di passeggiate, o di leggere i giornali nelle pasticcerie, cioè, in breve: la maggior parte son delle persone come si deve.

Sulla prospettiva Nevskij

venerdì 22 Giugno 2018

Qui incontrerete dei baffi incantevoli, che nessuna penna, nessun pennello ha mai ritratto; baffi ai quali è dedicata la migliore metà della vita, oggetto di lunghe veglie diurne e notturne, baffi sui quali sono stati versati i più deliziosi profumi e aromi e che sono stati unti con ogni specie di preziosissima e rarissima pomata, baffi che di notte vengono avvolti in sottile carta velina, baffi che sono oggetto della più commovente devozione dei loro possessori e che sono destinati a essere invidiati dai passanti.

[Nikolaj Gogol’, La prospettiva Nevskij]

Schiller e Hoffmann

venerdì 21 Luglio 2017

Era entrato in una stanza molto diversa dalla prima, molto pulita e ordinata, cosa dalla quale risultava evidente che il padrone di casa era tedesco. Era stato colpito dalla cosa stranissima che aveva visto.
Davanti a lui sedeva Schiller, non lo Schiller che aveva scritto il Guglielmo Tell o la Storia della guerra dei trent’anni, ma il celebre Schiller, il lattoniere di via Meščanskaja. Vicino a Schiller c’era Hoffmann, non lo scrittore, un calzolaio abbastanza bravo di via Oficerskaja, grande amico di Schiller. Schiller era ubriaco e stava seduto e batteva il piede e diceva qualcosa con passione. Questa cosa non avrebbero stupito così tanto Pirogov, l’aveva stupito la stranissima posizione dei due corpi. Schiller stava seduto sporgendo in fuori il naso piuttosto grosso e alzando la testa; Hoffman, invece, lo teneva per il naso con due dita e faceva volteggiare la lama del suo coltello da calzolaio proprio sulla superficie del naso. Questi due personaggi parlavano in tedesco, quindi Pirogov, che in tedesco sapeva solo «Gut Morgen», non capiva niente di quel che dicevano. Comunque, ecco in cosa consisteva il discorso di Schiller.
«Non lo voglio, non ho bisogno del naso, – diceva agitando le braccia. – Per un naso solo mi vanno tre libre di tabacco al mese. E pago, in un fetido negozio russo, visto che nel negozio tedesco non hanno il tabacco russo, pago in un fetido negozio russo per ogni libbra quaranta copeche; cioè un rublo e venti copeche; dodici volte un rublo e venti copeche, fa quattordici rubli e quaranta copeche. Amico mio, Hoffmann, hai capito? Per un naso quattordici rubli e quaranta copeche. E nei giorni di festa fiuto il rapè perché non voglio fiutare, nei giorni di festa, del fetido tabacco russo. In un anno ho fiutato due libbre di rapè, a due rubli la libbra. Sei e quattordici, venti rubli e quaranta copeche solo per il tabacco. Questo è banditismo! Ti chiedo, amico mio Hoffmann, non è così? – Hoffmann, che era ubriaco perso anche lui, aveva risposto di sì. – Venti rubli e quaranta copeche! Io sono un tedesco di Svevia; io ho un re, in Germania! Non lo voglio, il naso. Tagliami il naso! Eccoti qua il mio naso!».

[Nikolaj Gogol’, La prospettiva Nevskij, in Racconti di Pietroburgo, testo russo a fronte, Milano, BUR 2011 (6), pp. 92, 94]