La solitudine di uno scrittore
La parola contraria è un piccolo libro di Erri De Luca appena uscito per Feltrinelli che si apre con il testo della denuncia depositata contro lo stesso De Luca nel settembre del 2013 dalla LTF, ditta che sta costruendo la linea ad Alta Velocità Torino – Lione. In quella denuncia De Luca viene accusato di aver istigato «a sabotare e danneggiare il cantiere Tav LTF rilasciando le seguenti dichiarazioni: “la Tav va sabotata. Ecco perché le cesoie servivano: sono utili a tagliare le reti /…/ hanno fallito i tavoli del governo, hanno fallito le mediazioni: il sabotaggio è l’unica alternativa”».
Non capisco niente di faccende giudiziarie, e, per me, la parte del libro in cui mi sembra si prefiguri la difesa di De Luca all’imminente processo (la prima seduta è fissata per il 28 gennaio), quella parte in cui De Luca dice, tra le altre cose, che «quando in uno stadio del Nord Italia si incita la natura invocando “Forza Vesuvio” si sta istigando un vulcano all’eruzione», e che la sua frase «La Tav va sabotata» «rientra nel diritto al malaugurio», e che lui «rivendica il diritto di adoperare il verso sabotare» in un senso «non ristretto al significato di danneggiamento materiale, come pretendono i pubblici ministeri di questo caso», questa parte, dicevo, è la parte che mi ha interessato meno, di questo piccolo libro, del quale mi ha interessato molto l’inizio, quando De Luca dice che, quand’era giovane, Omaggio alla Catalogna di Orwell gli ha ispirato «fraternità» per gli anarchici spagnoli, «è stato il primo picchetto piantato di una mia tenda accampata fuori da ogni partito e parlamento». E quando dice che un giovane di oggi non ha bisogno della guerra di Spagna, «gli basta sapere che esiste una volontà di resistenza civile, popolare», e che «Se ci fosse nella sua occasione di lettura un Orwell di oggi che la inneschi, vorrei essere io». Continua a leggere »