domenica 14 Maggio 2023

Nella Morte di Ivan Il’ič, di Lev Tolstoj, Ivan Il’ič a un certo punto arreda l’appartamento che ha comperato, e ci mette «tutto quello che si trova di solito nelle case di quelli che non sono proprio ricchi ma che vogliono assomigliare a dei ricchi e finiscono così per assomigliarsi tra loro: damaschi, ebani, fiori, tappeti e bronzi, tutto scuro e brillante»; nell’appartamento di Ivan Il’ič «c’era tutto quello che le persone di un certo ceto trovano per assomigliare a tutte le persone di un certo ceto. E da lui assomigliava talmente, che era come se non si vedesse niente, ma a lui questo sembrava, in un certo senso, un tratto distintivo». Ecco. Ci son dei libri che son scritti così bene, damaschi ebani fiori tappeti e bronzi, che è come se non si vedesse niente.

giovedì 22 Settembre 2022

Tra una settimana, il 29 settembre, per Torino Spiritualità sono al Circolo dei lettori, nella sala grande, a fare un discorso che si intitola Due volte che sono morto; in quel discorso lì racconta delle due volte che si era sparsa la voce che io ero morto, nel 1999 e nel 2013, ma non è di questo che voglio parlare.
Voglio parlare del fatto che stamattina ho pensato che quel posto lì, la sala grande del circolo dei lettori, è stato il posto dove ho fatto la lettura più bella tra tutte le letture che ho fatto nella mia vita.
Io ne faccio tante, da più di vent’anni, due a settimana, più o meno, un centinaio all’anno, più di duemila, e lì, nella sala grande del circolo dei lettori di Torino, nel 2013, quasi dieci anni fa, dentro una rassegna sulla letteratura russa che si chiamava Gli inabbracciabili, accompagnato al pianoforte da Carlo Boccadoro, ho fatto la lettura integrale della Morte di Ivan Il’ič, di Lev Tolstoj, poco più di due ore, e, alla fine, io mi ricordo che ero stupefatto.
La letteratura, quella sera lì, ha fatto quello che deve fare: stupefare.
Io, a scuola, alle superiori, sono stato bocciato due anni, sempre in quarta superiore.
Avevo smesso di andare a scuola perché avevo scoperto le droghe leggere e pensavo di avere trovato la mia vocazione. Io, da grande, pensavo allora, avrei fatto il drogato. È durata due anni, poi mi sono accorto di non avere talento, per quella dipendenza lì, e mi sono buttato su un’altra cosa, sulla letteratura, che ho trovato molto più stupefacente.
Ci torno così volentieri, a Torino, al Circolo dei lettori, nella sala grande, il 29 settembre.

sabato 5 Giugno 2021
Oggi pomeriggio ho fatto una lettura integrale della Morte di Ivan Il’ič nell’ex cimitero ebraico di Pieve di Cento: è durata due ore e un quarto ma non se ne è accorto nessuno.
sabato 5 Giugno 2021
Sabato 5 giugno,
a Pieve di Cento,
nel giardino dell’ex cimitero ebraico,
in via Circonvallazione Ponente,
alle 17 e 30,
lettura integrale della
Morte di Ivan Il’ič,
di Lev Tolstoj,
per prenotare:
scrivere a
info@epicafestival.it
oppure al 3338839450
(anche sms o WhatsApp)
clic
venerdì 4 Giugno 2021

Tra un po’ saremo tutti morti: clic
Domani La morte di Ivan Il’ič a Pieve di Cento
venerdì 4 Giugno 2021
Venerdì 4 giugno,
sul mio profilo Instagram,
alle 19,
parlo della Morte di Ivan Il’ič,
di Lev Nikolaevič Tolstoj
mercoledì 2 Giugno 2021

Certo che Caio è mortale, lui è giusto che muoia, ma io, piccolo Vanja, io, Ivan Il’ič, con tutti i miei sentimenti, i miei pensieri, io sono un’altra cosa. Non è possibile che mi tocchi morire. Sarebbe troppo orribile.
[Sabato prossimo, nell’ex cimitero ebraico di Pieve di Cento, lettura integrale della Morte di Ivan Il’ič]
mercoledì 19 Maggio 2021

Caio, lui è giusto che muoia.
[Sabato 5 giugno, a Pieve di Cento, alle 17 e 30, per Epica Festival, lettura integrale della Morte di Ivan Il’ič, di Lev Tolstoj,
per prenotare: scrivere a info@epicafestival.it oppure al 3338839450 (anche sms o WhatsApp)]
sabato 15 Maggio 2021

«Ho letto la Morte di Ivan Il’ič. Sono più che mai convinto che il più grande scrittore di tutti i tempi è Lev Nikolaevič Tolstoj».
Pëtr Il’ič Čajkovskij
[Se sabato 5 giugno siete dalle parti di Bologna, può darsi che nel tardo pomeriggio ci sia una lettura integrale della Morte di Ivan Il’ič (a giorni i dettagli)]

mercoledì 26 Febbraio 2020

Quell’esempio di sillogismo che aveva studiato nel manuale di logica del Kiesewetter , Caio è un uomo, gli uomini sono mortali, perciò Caio è mortale, gli era sembrato, per tutta la vita, valido solo in rapporto a Caio, e in alcun modo in rapporto a se stesso. Una cosa era l’uomo-Caio, l’uomo in generale, e in questo caso il sillogismo andava benissimo; ma lui non era né Caio né l’uomo in generale, ma era sempre stato un essere molto, molto particolare, molto diverso da tutti gli altri esseri; era stato Vanja, con la mamma, col papà, con Mitja e Volodja, con i giochi, con il cocchiere, con la njanja ; e poi con Katen’ka, con le gioie, i dolori, gli entusiasmi dell’infanzia, dell’adolescenza, della giovinezza. Aveva mai sentito Caio l’odore del pallone di cuoio che al piccolo Vanja piaceva così tanto? Aveva mai baciato la mano alla mamma, Caio, e avevano mai frusciato così dolcemente, per Caio, le pieghe della seta del vestito della mamma? Aveva mai litigato, Caio, per le frittelle, all’istituto di giurisprudenza? E Caio, era mai stato innamorato? E sapeva, Caio, presiedere un’udienza in tribunale?
Certo che Caio è mortale, lui è giusto che muoia, ma io, piccolo Vanja, io, Ivan Il’ič, con tutte i miei sentimenti, i miei pensieri, io sono un’altra cosa. Non è possibile che mi tocchi morire. Sarebbe troppo orribile.
Questo sentiva.
[Mi hanno avvisato ieri che il prossimo giugno (salvo impedimenti) c’è la lettura integrale della Morte di Ivan Il’ič al Cimitero monumentale di Bologna]
