Perché sono un anarchico

martedì 24 Agosto 2021

Non augurerei a un cane o a un serpente, alla più miserevole e sfortunata creatura della terra, ciò che ho avuto a soffrire per colpe che non ho commesso. Ma la mia convinzione è un’altra: che ho sofferto per colpe che ho effettivamente commesso. Sto soffrendo perché sono un anarchico, e in effetti io sono un anarchico; ho sofferto perché sono un italiano, e in effetti io sono un italiano; ho sofferto più per la mia famiglia e per i miei cari che per me stesso; ma sono tanto convinto di essere nel giusto che se voi aveste il potere di ammazzarmi due volte, e per due volte io potessi rinascere, vivrei di nuovo per fare esattamente ciò che ho fatto finora.
Ho finito. Grazie

[94 anni e un giorno fa veniva assassinato Bartolomeo Vanzetti, queste le sue ultime parole al processo, io le ho riprese nella Meravigliosa utilità del filo a piombo]

Il 23 agosto del 1927

mercoledì 23 Agosto 2017

E mi viene in mente Bartolomeo Vanzetti, un italiano giustiziato, negli Stati Uniti, insieme al suo compagno Nicola Sacco, il 23 agosto del 1927 a mezzanotte e diciannove minuti, sulla sedia elettrica, perché accusato di aver ucciso un contabile, nel corso di una rapina, nonostante le prove evidenti della sua innocenza, tra le quali la confessione dell’autore della rapina, Celestino Madeiros, e mi vengono in mente le ultime parole che ha detto, Vanzetti, ai giudici delle contea di Norfolk, il 9 aprile del 1927, dopo che gli era stata notificata la condanna a morte, inflitta da una giuria presieduta da un giudice, che si chiama Webster Thayer, che aveva detto di Vanzetti e di Sacco che erano due anarchici bastardi, mi viene in mente Vanzetti, dicevo, e mi viene in mente quando, rispondendo alla domanda di rito «Bartolomeo Vanzetti, avete qualcosa da dichiarare?», Vanzetti disse di sì, che aveva ancora delle cose da dichiarare, e parlò per mezz’ora, e le ultime cose che disse furono queste: «Ho già detto che non soltanto non sono colpevole di questi delitti, ma non ho mai commesso un delitto in vita mia, non ho mai rubato, non ho mai ucciso, non ho mai versato una goccia di sangue, e ho lottato contro il delitto, ho lottato sacrificando anche me stesso per eliminare i delitti che la legge e la chiesa ammettono e santificano.
Questo è ciò che volevo dire. Non augurerei a un cane o a un serpente, alla più miserevole e sfortunata creatura della terra, ciò che ho avuto a soffrire per colpe che non ho commesso. Ma la mia convinzione è un’altra: che ho sofferto per colpe che ho effettivamente commesso. Sto soffrendo perché sono un anarchico, e in effetti io sono un anarchico; ho sofferto perché sono un italiano, e in effetti io sono un italiano; ho sofferto più per la mia famiglia e per i miei cari che per me stesso; ma sono tanto convinto di essere nel giusto che se voi aveste il potere di ammazzarmi due volte, e per due volte io potessi rinascere, vivrei di nuovo per fare esattamente ciò che ho fatto finora.
Ho finito. Grazie».

La colpa

martedì 27 Gennaio 2015

meravigliosa

Ero andato a fare una lettura, faccio molto spesso delle letture, e uno degli organizzatori, un signore di una certa età con una lunga cicatrice sulla fronte che me l’avrebbe reso simpatico e affine, se così si può dire, dal momento che io ne avevo una ancora più lunga, che per molto tempo avevo cercato di nascondere con dei cappelli in inverno e dei berretti in estate, ma della quale da qualche anno mi ero come dimenticato, sorprendendomi anzi quando qualcuno, parlandomi, faceva andare furtivamente lo sguardo sulla mia fronte per riportarlo poi subito, un po’ turbato, sugli occhi, questo signore con una cicatrice più corta, dopo la mia lettura mi avrebbe accompagnato alla macchina e mi avrebbe chiesto come mi sarei trovato a Bologna, e io gli avrei detto che mi sarei trovato benino, e lui mi avrebbe detto che avrebbe sentito parlare del fatto che, a Bologna, la vivibilità da qualche anno sarebbe diminuita, e io gli avrei detto che così avrei creduto anch’io, e lui mi avrebbe chiesto se la colpa, secondo me, sarebbe stata degli extracomunitari.
E io gli avrei detto che la colpa, secondo me, sarebbe stata difficile, da trovare, ma che sarebbe stato altrettanto probabile che fosse stata degli extracomunitari quanto dei commercialisti.

[ristampata La meravigliosa utilità del filo a piombo]

29 settembre – Torino

sabato 29 Settembre 2012

Sabato 29 settembre,
a Torino,
alla libreria Golem
in via Gioacchino Rossini 21 bis
ale ore 11,
conversazione con Luca Ragagnin
sulla Meravigliosa utilità del filo
a piombo

8 novembre – Milano

martedì 8 Novembre 2011

Martedì 8 novembre,
alla Libreria Utopia,
in via Moscova 52,
a Milano,
alle 18 e 30,
si legge qualcosa
da La meravigliosa
utilità del filo a piombo.

8 maggio – Macerata

domenica 8 Maggio 2011

Domenica 8 maggio,
a Macerata,
alla Sala Conferenze Filarmonica,
alle ore 19,
letture da
La meravigliosa utilità del filo a piombo.

Charms

venerdì 25 Marzo 2011

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