L’importanza degli scrittori minori

martedì 2 Ottobre 2018

Solo un talento mediocre può essere un perfetto signore; un grande talento implica sempre una buona dose di cialtroneria. Di qui l’importanza degli scrittori minori – quali maestri di buone maniere.

[W. H. Auden, Scrivere, in La mano del tintore, traduzione di Gabriella Fiori, Milano, Adelphi 1999, p. 36]

Cosa deve sapere un aspirante poeta

lunedì 27 Luglio 2015

W. H. Auden, La mano del tintore

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

Non c’è poi troppo da stupirsi se il giovane poeta ottiene di rado buoni risultati agli esami. Se ciò avviene, vuol dire o che egli possiede anche una tempra di studioso, oppure che è un gran bravo ragazzo. Lo studente in medicina sa che lo studio dell’anatomia gli è indispensabile per diventare medico, e quindi ha un motivo per studiare. Così come un motivo ha il futuro studioso perché sa, più o meno, che cosa mira a sapere. Ma non vi è nulla che l’aspirante poeta sappia di dover sapere. Egli è in balia del presente immediato, alle cui esigenze non ha alcuna ragione concreta per non cedere: per quanto ne sa, anzi, abbandonarsi a un desiderio repentino potrebbe rivelarsi in seguito la scelta migliore.

[W. H. Auden, La mano del tintore, traduzione di Gabriella Fiori, Milano, Adelphi 1999, p. 59]

Il momento

sabato 3 Gennaio 2015

Wystan Hugh Auden

Supponiamo che il nostro apprendista riesca a diventare poeta, che prima o poi venga il giorno in cui il suo Censore potrà dirgli per la prima volta e in piena sincerità: «Tutte le parole che hai scritto vanno bene, e sono tutte parole tue».
L’emozione suscitata in lui da questo giudizio non dura a lungo, perché un attimo dopo già si sente assediato dal pensiero: «Accadrà ancora?». Qualunque sia la sua futura vita di salariato, di cittadino, di capofamiglia, sino alla fine dei suoi giorni la sua vita di poeta sfuggirà alle previsioni. Mai egli sarà in grado di dire: «Domani scriverò uno poesia e, grazie al mio allenamento e alla mia esperienza, so già che riuscirò a fare una buona cosa». Agli occhi altrui si è poeti se si è scritta una bella poesia. Ai propri, lo si è solo nel momento in cui si danno gli ultimi tocchi a una poesia nuova. Un attimo prima si era ancora e soltanto un poeta in potenza; un attimo dopo si è uno che ha smesso di far poesia, forse per sempre.

[W. H. Auden, La mano del tintore, traduzione di Gabriella Fiori, Milano, Adelphi 1999, pp. 58-59]

Quando legge

domenica 16 Marzo 2014

W. H. Auden, La mano del tintore

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

Quando legge, la maggior parte di noi, per certi versi, si comporta come quei monelli che disegnano i baffi alle ragazze sui manifesti.

[W. H. Auden, La mano del tintore, traduzione di Gabriella Fiori, Milano, Adelphi 1999, p. 16]

Due personaggi

sabato 15 Marzo 2014

W. H. Auden, La mano del tintore

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

Ogni autobiografia investe due personaggi: un Don Chisciotte, l’io, e un Sancio Panza, il sé.

[W. H. Auden, La mano del tintore, traduzione di Gabriella Fiori, Milano, Adelphi 1999, p. 120]