L’eroica nescienza delle madri

lunedì 7 Aprile 2014

manganelli

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

Dunque, l’autore non sa, non deve sapere sul suo lavoro neppure quanto ne sanno gli altri. Di più: egli ha l’oscura sensazione che quell’ambiguo essere che egli ha dato alla luce con la calliditas corporale e l’eroica nescienza delle madri, venga stuprato da ogni volontà di capire quel che vuol dire. E sebbene sappia di averlo destinato allo stupro fin dall’inizio, il pensiero che si voglia spiegare «che cosa vuol dire» lo riempie di istintivo orrore. Un naturale impeto lo porterà a dire sempre di no, o addirittura a non capire quel che gli altri «capiscono».

 

[Giorgio Manganelli, La letteratura come menzogna, Milano, Adelpi 1985, p. 221]

Sia

domenica 21 Aprile 2013

manganelli

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

Non v’è letteratura senza diserzione, disubbidienza, indifferenza, rifiuto dell’anima. Diserzione da che? Da ogni ubbidienza solidale, ogni assenso alla propria o altrui buona coscienza, ogni socievole comandamento. Lo scrittore sceglie in primo luogo di essere intuile: quanto volte gli si è gettata in faccia l’antica insolenza degli uomini utili: «buffone». Sia: lo scrittore è anche buffone. È il fool: l’essere approssimativamente umano che porta l’empietà, la beffa, l’indifferenza fin nei pressi del potere omicida.

[Giorgio Manganelli, La letteratura come menzogna, Milano, Adelphi 1985, p. 218]