Il modo ideale di lavorare a un film

giovedì 16 Maggio 2013

le forme dell'anima, tarkovskij

 

 

 

 

 

 

 

 

 

Immagino così il modo ideale di lavorare a un film: presa una pellicola lunga un milione di metri, dov’è stata seguita e fissata, secondo dopo secondo, giorno dopo giorno e anno dopo anno, per esempio, la via di un uomo dalla nascita alla morte, l’autore, grazie al montaggio, ne estrae duemilacinquecento metri, ovvero un’ora e mezzo di tempo sullo schermo. (Tra l’altro, sarebbe interessante immaginare questi milioni di metri di pellicola in mano ad alcuni registi, e vedere come ognuno realizzerebbe il suo film, come ciascun film differirebbe dall’altro!).

[Andrej Tarkovskij, La forma dell’anima, a cura di Andrej Ulivi e Andrej A. Tarkovskij, traduzione di Isabella Serra, Milano, Bur 2012, p. 12]

Di metallo

mercoledì 15 Maggio 2013

le forme dell'anima, tarkovskij

 

 

 

 

 

 

 

 

 

Da quel momento il tempo, una volta visto e fissato, ha potuto essere conservato a lungo (teoricamente per sempre), dentro scatole di metallo.

[Andrej Tarkovskij, La forma dell’anima, a cura di Andrej Ulivi e Andrej A. Tarkovskij, traduzione di Isabella Serra, Milano, Bur 2012, p. 8]

Lo stile di Hemingway

martedì 30 Aprile 2013

le forme dell'anima, tarkovskij

 

 

 

 

 

 

 

 

 

Una volta ho inciso su un nastro un dialogo casuale. Le persone conversavano senza sapere che il loro dialogo veniva registrato. Poi ho riascoltato la registrazione e ho pensato: com’è stato «scritto» e «recitato» magnificamente! Come si percepiscono la logica delle dinamiche caratteriali, il sentimento, l’energia! Come risuonano bene le voci e che pause meravigliose!… Neanche uno Stanislavskij avrebbe potuto giustificarle, e lo stile di Hemingway, messo a confronto col modo in cui era «costruito» quel dialogo, appare ingenuo e pretenzioso.

[Andrej Tarkovskij, La forma dell’anima, a cura di Andrej Ulivi e Andrej A. Tarkovskij, traduzione di Isabella Serra, Milano, Bur 2012, p. 12]