martedì 16 Maggio 2023
Mia nonna mi diceva che ero straiè; straièr, in dialetto parmigiano, significa sparpagliare; ero sparpagliato, cioè disordinato. Io, prima che venga la donna delle pulizie, a casa mia, per me è un impegno, devo pulire lo schifo che c’è in casa mia. Come il protagonista della Fondazione di Baldini:
«perchè io le cose, eh, questo è un discorso che è fatica, non so, è come un sentimento di, che sarà da ridere, la gente magari ride, va bene, ridano quanto vogliono, ma io, perché le cose, ma parliamo di un albero, parliamo di un pomodoro, il cane, il gatto, il cavallo, sono esseri vivi, sono intelligenti, capiscono le cose, t’intendi con loro, ti conoscono, si affezionano, e un albero no? perché non parla? che poi sono cose che le leggi sul giornale, non c’è bisogno di essere un profesore, le sanno tutti, un albero ha una sua vita, nasce, cresce, muore, e se gli spezzi un ramo può darsi che tu gli faccia male, che lui senta dolore, anche se non dice niente, anche se sta zitto, e lo stesso un pomodoro, una pianta di prezzemolo, perchè se uno grida allora tutti, ah, c’è questo rispetto, c’è questa difesa, gli uccelli, che gridano, che la mattina nel prato un casino che ti svegliano alle cinque, e tutti contro la caccia, no alla caccia, no ai cacciatori, e perchè non dicono mai: no alla pesca no ai pescatori? perchè i pesci stanno zitti, non dicono niente, che non ci pensano, loro, ma pensa se fossi tu, che vedi un budello di salsiccia, cotto sulla brace, caldo, è lì che ti aspetta, e tu non lo vuoi mangiare? un così bel budello, porca masóla, lo mordi, e dentro c’è un amo che ti si infila nel palato e uno dall’alto ti tira su di peso, che l’amo ti si conficca sempre più dentro, fino al cervello, un male, sangue in bocca da affogarsi, che tu magari ti aspetti che ti portino al pronto socorso, per forza, sei ferito, anche grave, invece sì, quello ti cava l’amo, senza anestesia, che l’amo ha quell’uncino, sta buono, va là, e ti butta in una cesta, e tu zitto, non puoi dir niente, e beh non hai la voce, ha ragione lui, tu volevi mangiare la salsiccia, coglione, ti sta bene, impara, che tu non impari più, impareranno i tuoi figli, i tuoi nipoti» (la traduzione è di Giuseppe Bellosi, la masòla non lo so, che cos’è).
giovedì 15 Febbraio 2018
Giovedì 15 febbraio,
a Bologna,
all’Atelier Sì,
in via San Vitale 69,
alle 21,
In fondo a destra
di Raffaello Baldini
venerdì 26 Gennaio 2018
tanto è tutta roba che, lo so, non serve a niente, ma se dovessimo buttare via tutto quello che, tutto quello che non serve a niente, non si può, neanche a volere, non si può, uno sguardo, per dire, incontri una bella ragazza, la guardi, a cosa serve? alla televisione, stai a vedere i campionati europei d’atletica, i cento metri, i duecento metri, i quattrocento a ostacoli, il salto in alto, a cosa serve? o quando vengo giù dalla Marecchia, che è già notte, vedo San Marino e Verucchio che è tutta una luce, delle volte mi fermo, si sentono tanti di quei grilli, a cosa serve?
[Raffaello Baldini, La fondazione, traduzione di Giuseppe Bellosi, Torino, Einaudi 2008, p. 53]
giovedì 25 Gennaio 2018
Giovedì 25 gennaio,
a Bologna,
all’Atelier Sì,
in via San Vitale 69,
alle 21,
La fondazione
di Raffaello Baldini
sabato 21 Marzo 2015
Sabato 21 marzo,
a Rimini,
alle ore 21,
alla sala del giudizio del museo della città,
con Carlo Boccadoro
al pianoforte facciamo la
lettura integrale della Fondazione,
di Raffaello Baldini
mercoledì 24 Ottobre 2012
Mercoledì 24 ottobre,
a Bologna,
alle 18 e 30,
alla Modo infoshop,
in via Mascarella 24/b,
si parla del monologo
La fondazione,
di Raffaello Baldini,
con Ivano Marescotti,
regia di Valerio Binasco,
che è in scena all’Arena del sole
di Bologna
fino al 28 ottobre
e ne parlano
Ivano Marescotti e
anche un po’ io,
e forse qualcun altro.
domenica 14 Ottobre 2012
ma la mia malinconia è anche quando penso a tutta questa roba che ho in casa, che è piena, la casa, anche l’appartamento di là, che sono solo due anni che l’ho preso in affitto, ma siamo già avanti con la scrittura, perché parecchia roba l’ho portata di là da qua, non ci stava più di qua, e beh la roba la devi ammucchiare, d’accordo, ma non devono essere dei mucchi, così, alla rinfusa, la roba deve avere un suo ordine, una sua disposizione, e la disposizione deve essere giusta, deve piacere, deve darti l’idea che ci stai insieme con questa roba, che non è solo della roba, sono delle creature, che le hai create tu.
[all’arena del Sole di Bologna, La fondazione, di Raffaello Baldini, con Ivano Marescotti, regia di Valerio Binasco]
mercoledì 13 Luglio 2011
e potrebbero succedere anche delle altre cose, delle cose anche più antipatiche, perché tu, se tu derubi un professore, lui fa la denuncia
[Raffaello Baldini, La fondazione, cit., p. 35]
giovedì 26 Agosto 2010
perché le cose si rinnovano, non sono mai le stesse, i vasetti della marmellata, che li tengo da conto anche quelli, ogni tanto cambiano le etichette, anche delle volte la forma, ma le etichette più spesso, e le fanno sempre più colorate, sono sempre più belle, anche i succhi di frutta, che una volta li facevano in quelle bottigliette, che a me mi piacevano, ne tengo una distesa sopra il comò, che così è come un gran sopramobile, tutte bottigliette, adesso invece i succhi li fanno nelle scatole di cartone, ogni scatola la sua cannuccia, di plastica, che puoi bere con la cannuccia, e anche questi cartoni, questi cartoncini, li cambiano, li fanno sempre più, perché devono attirare, se li devi comprare, ti devono colpire, ma anche le medicine, dice, come le medicine, che scadono, bene, ma io non le prendo mica, le tengo da conto, e così vedo anche il cambiamento, che la confezione la rimodernano, continuamente, la fanno sempre più elegante, che è una cosa però che io non la capisco, perché non è la confezione che deve attirare, non è che tu prendi una medicina perché si presenta bene, perché la scatola è fine, non è che uno cambia medicina, dice, questa basta, non la prendo più, prendo quest’altra che è più bella, non è neanche che le farmacie abbiano nelle vetrine tutte queste medicine, che tu ti fermi, guardi, scegli, mi piacerebbe quella lì, o no, forse è meglio quest’altra, è più bellina quest’altra, te lo dice il dottore la medicina che devi prendere, però, cosa vuoi che ti dica, cambiano anche le medicine,che forse anche quella è una cosa che ha il suo effetto, chi lo sa, forse c’entra la psicologia, magari una medicina bella, che la devi prendere, devi prendere quella, te l’ha detto il dottore, te l’ha scritta nella ricetta, ma forse se è anche bella ti fa anche più bene, la psicologia è una cosa misteriosa, l’animo umano
[Raffaello Baldini, La fondazione, cit., p. 41; giovedì 2 settembre, alle 21, davanti alla biblioteca civica di Parma, in vicolo Santa Maria, Giuseppe Belosi la legge tutta nell’ambito della Festa al museo Guatelli, clic]
domenica 13 Giugno 2010
Che poi io, questa storia dei musei, che i musei stanno lì e devono stare lì, per carità, io non giudico, ma i quadri, ecco, io dico i quadri, perché io sono portato per il disegno, molto, anche per cose a colori, che oggi fanno dei colori che sono una roba, e ogni tanto, è un fatto spontaneo, quando vedo qualcosa /…/, quando viene il momento, perché veramente ho una buona mano, io, me lo diceva, mi ricordo, anche la professoressa di disegno, se faccio un cavallo, io, è un cavallo, se faccio un fiume, è un fiume, se faccio un cespuglio, ecco, a me mi piacciono molto i cespugli
[Raffaello Baldini, La fondazione, cit., p. 25]