Qualche anno fa
Qualche anno fa, stavo per andare alla fiera del libro di Torino, prima di partire avevo pensato che sarei andato a dormire in un albergo, al lingotto, quella fabbrica che è diventato una specie di megacentro congressi, un albergo geometrico, pulito, con un ascensore panoramico, un albergo da uomini d’affari, a parlare di letteratura e avevo pensato che io, più andavo avanti più avevo l’impressione che la letteratura, qualsiasi cosa fosse, non aveva niente a che fare con gli uomini d’affari, e con i centri congressi, e col valore aggiunto, io più andavo avanti più mi sembrava che la letteratura, più che nei centri congressi, più che nelle librerie, più che nelle aule universitarie fosse più facile trovarla nella spazzatura, nei cassonetti, negli ospedali, sui filobus, nelle sale d’attesa degli ambulatori veterinari, nei bagni dei cinema, nei sottopassaggi abbandonati, sotto i cavalcavia, nei prati dopo che avevan smontato i tendoni dei circhi, nelle tabaccherie, nelle collezioni di francobolli, negli espositori delle cartoline, nei pavimenti dei bar quando eran cosparsi di segatura, nelle file alle casse dei supermercati, sui marciapiedi delle stazioni, in tutti gli uffici di oggetti smarriti, nella paura di chi faceva una cosa per la prima volta, un farmacista, o un medico di guardia, o uno scrutatore, o una bambina delle medie, nel passo di quelli che davano le dimissioni, nel respiro che si prendeva prima di aprire l’esito di una lastra ai polmoni, nel toccare i muri quando era saltata la luce, dappertutto, tranne che in un albergo per uomini d’affari, avevo l’impressione, ma probabilmente mi sbagliavo, perché probabilmente si trovava anche in un albergo per uomini d’affari, forse, nel sospiro delle cameriere nel momento in cui si chinavano per guardar sotto i letti, o nel momento che il portiere poteva telefonare a una sua amica senza quei rompicoglioni di clienti, o nel rumore delle stoviglie a apparecchiare per la colazione, o nei monologhi dei tassisti che arrivavano dalla stazione o anche che non arrivavano dalla stazione ma da qualche altra parte, o nei monologhi dei tassisti da qualsiasi parte arrivassero, ho pensato qualche anno fa (la foto viene da https://www.turismotorino.org/it/distretto-lingotto-torino-tour-privato)
[Mi è tornato in mente oggi, per via di una cosa]