Tratti caratteristici
Alla vigilia della Prima guerra mondiale, Mosca era la città più sorvegliata d’Europa (con un poliziotto ogni 287 abitanti circa rispetto ai 325 di Berlino, i 336 di Parigi e i 342 di Vienna). Il commissariato di polizia di Jakimanka, a cui faceva capo la Palude, registrava tutti i residenti stranieri, gli ebrei, gli studenti, i tassisti, gli operai e i disoccupati, tra gli altri, nonché “esercizi commerciali, alberghieri, industriali e artigianali”. Oltre alle registrazioni e ai rapporti di routine, i poliziotti erano tenuti ad annotare gli “umori” di particolari gruppi di individui (soprattutto) quelli che più probabilmente potevano avere “un effetto negativo sui compagni di lavoro”), a incoraggiare i residenti a esporre le bandiere nelle festività pubbliche e a “tenere sotto controllo” tutti “gli individui sottoposti a sorveglianza aperta o segreta della polizia”. Alla voce “tratti caratteristici” nei registri della polizia, alcune di queste persone erano descritte come “irascibili”, altre come “loquaci”, altre ancora – la maggioranza – come “contemplative”. Più intensamente la polizia operava, più irascibili, loquaci e contemplativi diventavano gli individui sottoposti a controllo.
[Yuri Slezkine, La casa del governo, trad. di Bruno Amato, Feltrinelli, Milano 2018, p. 36]