Quando siamo montati
Quando siamo montati sul treno, la Battaglia ha detto Io adesso scrivo un libro e lo intitolo La stazione di Parma: un orrore.
Quando siamo montati sul treno, la Battaglia ha detto Io adesso scrivo un libro e lo intitolo La stazione di Parma: un orrore.
Io, ha detto oggi la Battaglia, so sillabare bene.
Davvero? le ho chiesto io.
Sì, senti, mi ha detto lei: be-ne.
L’altro giorno, la bambina di sei anni è uscita da scuola, aveva in mano un disegno piegato in otto mi ha detto Sei curioso di vederlo? Sì, le ho detto io. Ci credo, mi ha detto lei, son curiosa anch’io che l’ho fatto.
Niente, niente. No, no. No, niente. No, sì, ma non è mica niente. No, è la Battaglia, son stato dalla Battaglia. Eh, non so cosa dire. No, no, sta bene. No no, sta benissimo. Anzi. Sta proprio bene. Solo che io, ogni tanto, non lo so, mi viene da piangere. Eh, non lo so perché. Sarà la vecchiaia.
Alla Battaglia, l’altro giorno, ho fatto un minestrone. Lei l’ha assaggiato per via dei cucchiai, che se no, poverini, non li usa mai nessuno. Poi mi ha guardato, poi ha posato il cucchiaio poi ha detto Puzza di terra sporca