L’altro morto
Oggi, ma’ è ancora viva.
Non dice più niente, ma potrebbe raccontare un mucchio di cose. Non come me, che, a forza di ripensare a questa storia, non me la ricordo quasi più.
Voglio dire che è una storia che risale a più di cinquant’anni fa. C’è stata e se n’è parlato molto. La gente ne parla ancora, ma ricordano un morto solo, e non si vergognano, sai?, invece ce n’erano due, dei morti. Sì, due. Come mai, questa omissione? Il primo era capace di raccontare, tanto che è riuscito a far dimenticare il suo crimine, mentre il secondo era un povero analfabeta che Dio ha creato soltanto, sembra, per prendersi una pallottola e tornare alla polvere, un anonimo che non ha neanche avuto il tempo di avere un nome proprio.
Te lo dico subito: il secondo morto, quello che è stato assassinato, era mio fratello.
[Kamel Daoud, Mersault, contre-enquête, Arles, Actes-sud 2014, p. 11]