Il comico
Ho cercato un racconto che avevo letto una volta diciannove anni fa, e l’ho trovato subito, nella mia libreria, e quando l’ho trovato son scoppiato a ridere.
Ho cercato un racconto che avevo letto una volta diciannove anni fa, e l’ho trovato subito, nella mia libreria, e quando l’ho trovato son scoppiato a ridere.
Quasi tutti noi abbiamo un’idea molto elevata delle capacità e delle conoscenze di coloro che svolgono una professione o un mestiere che non sono i nostri. Quando saliamo su un aereo, lo facciamo con la stupenda sicurezza che il pilota sappia a cosa servono gli innumerevoli bottoni e leve del suo complicatissimo quadro di comando; quando ci portano in sala operatoria, siamo sicuri, nonostante la paura, che il chirurgo conosca l’esatta posizione di ciascuno di quegli organi di cui non abbiamo la minima idea precisa, sebbene essi ci accompagnino per tutta la vita nella grande sacca del nostro corpo.
Allo stesso modo, chi frequenta la letteratura come lettore e beve a grandi sorsi il succo d’arancia che noi scrittori abbiamo preparato dopo aver scelto, sbucciato e spremuto la frutta e dopo aver versato il prodotto in un bicchiere di carta, ha la tendenza a pensare che disponiamo di un perfetto controllo dei nostri strumenti e che le parole ci obbediscano senza resistenza e senza giocarci tiri mancini. È bene, allora, dire che le cose non vanno in questa maniera, e credo di esserne in questo momento un buon esempio. Quando le autorità del Barnard College mi invitarono a tenere questa conferenza (per di più in inglese, il che dimostra non solo la loro bontà, ma anche la loro innocenza, e in questo momento la loro pazienza), mi chiesero di indicare un titolo, e siccome mancavano ancora molti mesi al momento in cui avrei cominciato a pensarla e a scriverla, proposi quello che voi conoscente, vale a dire Latin American Literature in the Light of Contemporary History, che mi sembrava un titolo abbastanza generico e accettabile per ciò che mi interessa qui.
Ma venne il giorno in cui mi avvicinai alla macchina per scrivere.
[Julio Cortázar, Del racconto e dintorni, a cura di Bruno Arpaia, Parma, Guanda 2009, pp. 147-148]