Eccomi

giovedì 22 Settembre 2016

Safran Foer, Eccomi

Ho finito di leggere Eccomi, di Foer, in un viaggio aereo verso Cagliari, e quando stavo partendo ho pensato che i due libri più lunghi che ho letto quest’anno sono due libri americani, Purity di Jonathan Franzen (l’ho letto nella traduzione di Silvia Pareschi) e Eccomi, di Jonathan Safran Foer (nella traduzione di Irene Abigail Piccinini).
Quando stavo leggendo Purity, nel marzo scorso, arrivato a pagina cento mi ero accorto che nelle prime cento pagine c’erano un po’ di ragazzi bellissimi e diverse ragazze bellissime e avevo pensato che sarebbe stato bene metterlo in copertina, il numero di ragazzi e di ragazze bellissime che si trovano dentro ai libri, come la nicotina nelle sigarette.
E adesso, in questo settembre, intanto che leggevo Eccomi, ho avuto l’impressione che ci fosse un eccesso di intelligenze infantili, troppi bambini intelligentissimi, da mettere in copertina anche quelli («Attenzione: in questo romanzo ci sono perlomeno tre bambini intelligentissimi più uno un po’ stupido ma così carino che sembra ancora più intelligente degli altri»). Continua a leggere »

Una frase stranissima

lunedì 19 Settembre 2011

Il fatto che la foresta di latifoglie degli Appalachi fosse uno degli ecosistemi temperati più ricchi di biodiversità al mondo, l’habitat ideale per una grande varietà di specie arboree, orchidee e invertebrati d’acqua dolce che gli altipiani e le coste sabbiose potevano solo invidiare, non saltava subito agli occhi sulle strade che stavano percorrendo.

[Jonathan Franzen, Libertà, traduzione di Silvia Pareschi, Torino, Einaudi 2011, p. 369]