L’inno del convegno
[c’è della gente (penso a me) che sono degli anni che gira lì intorno]
[c’è della gente (penso a me) che sono degli anni che gira lì intorno]
Sto cercando di verificare le mie abitudini visive, di criticarle a vantaggio di una maggiore freschezza. Sto cercando di perdere familiarità con quello che sto facendo.
[John Cage, Silenzio, cit., p. 137]
Purtroppo il pensiero europeo ha fatto sì che le cose effettive che succedono all’improvviso come ascoltare o starnutire non siano considerate profonde.
[John Cage, Silenzio, cit., p 202]
Se fallisco, tanto peggio per me. È perché sin dall’inizio non avevo nulla dentro.
[John Cage, Silenzio, cit., p. 105]
E qual è lo scopo dello scrivere musica? Ovviamente, un primo scopo è non impicciarsi di scopi bensì di suoni. Oppure la risposta può assumere la forma di un paradosso: un’intenzionale mancanza d’intenti o un gioco senza scopo. Però questo gioco sarà un’affermazione della vita, non un tentativo di ricavare l’ordine dal caos e nemmeno di suggerire miglioramenti nell’attività creativa, ma semplicemente una maniera di risvegliarci alla stessa vita che stiamo vivendo, che sarebbe straordinaria se soltanto riuscissimo a escludere la mente e i desideri, lasciando che scorra come vuole.
[John Cage, Silenzio, cit., p. 21]
E era una cosa un po’ strana, perché io quella frase lì l’avevo già letta ma quel libro lì no.
Ho comprato un paio di occhiali al supermercato. Quando sono arrivato a casa me li sono messi, ho aperto a caso il libro che c’era sul tavolo, Silenzio, di John Cage, e ho letto: Quando ero giovane la gente mi diceva: vedrai quando avrai cinquant’anni: Ho cinquant’anni. Non ho visto niente.
Era un mercoledì. Facevo la prima media quando sentii che papà diceva a mamma: “Preparati, sabato si va in Nuova Zelanda”. Mi preparai. Lessi tutto quello che trovai sulla Nuova Zelanda nella biblioteca della scuola. Arrivò il sabato. Non successe nulla. Il progetto non fu nemmeno menzionato, né quel giorno, né in altri.
[John Cage, Silenzio, tr. it. Giancarlo Carlotti, Milano Rimini, Shake 2010, p. 12]