Lui
«Un incrocio tra un aristocratico russo e un alcolizzato di produzione sovietica – così caratterizza l’aspetto esteriore di Erofeev il suo medico curante, la psichiatra Irina Dmitrenko, e aggiunge: – Credo che l’alcol non l’abbia deformato, e questo non succedeva, di solito. Era un genio, non un malato, e un uomo straordinario. Lavorando in vari ospedali, ho visto molti alcolizzati e so cos’è un alcolista. Sono persone disperate e del tutto irresponsabili. Che hanno perso l’uso della parola. Hanno perso il proprio io, il senso di quel che fanno. Venja, no. Era maestoso. Questa era la cosa interessante. Io mi son resa conto che avevo di fronte una persona che sapeva come doveva vivere. Lo sapeva lui. E poteva, lui, trovare una giusta relazione con l’alcol».
[Oleg Lekmanov, Michail Sverdlov, Il’ja Simanovskij, Benedikt Erofeev: postoronnij (Venedikt Erofeev: l’estraneo), Mosca, Ast 2018, p. 43]