Scuola all’estero
Il 19 e il 20 e il 26 e il 27 di ottobre, a Torino, al circolo dei lettori, credo che saran quattro giorni che faremo la scuola elementare di scrittura emiliana all’estero, e, dal circolo dei lettori, oggi, mi hanno chiesto una breve introduzione, alla scuola, e io l’ho copiata da un libretto che avevamo fatto anni fa con gli ex allievi e si chiamava Io desidero un autobus blu (qui sopra c’è la copertina), e la copio qua sotto (sono un po’ sempre le stesse cose):
La scuola elementare di scrittura è una scuola di scrittura dove si insegna, in un certo senso, a scrivere male, cioè a scrivere non in modo scolastico e a non cercare per forza, come materia per la costruzione delle proprie frasi, un italiano alto, a non essere vittime dell’obbligo di far vedere che abbiamo studiato. Per spiegarci, un esempio di una delle prime cose che si insegna a non fare alla scuola elementare di scrittura emiliana è dato dalla prima traduzione italiana del romanzo dell’americano Bret Easton Ellis American Psycho.
In questo romanzo, nella prima pagina, compare tre volte la parola Bus, che significa, come sappiamo, Autobus. Ecco: nella prima traduzione italiana di American Psycho il traduttore aveva tradotto il primo Bus con Autobus, il secondo con Corriera, il terzo con Torpedone.
Allora, se questa cosa, usare dei sinonimi per evitare le ripetizioni, in un contesto scolastico ha forse senso, perché può servire all’insegnante a capire qual è il bagaglio lessicale dell’allievo, in un contesto letterario diventa ridicola.
Nel caso specifico, ho raccontato una volta di questa traduzione a un mio conoscente che mi ha detto che se lui leggesse, in un romanzo, la parola Torpedone gli verrebbe da chiedersi È successo qualcosa?
Non è successo niente.