martedì 11 Aprile 2017

Coglioni
Si dice bene i coglioni, ma loro, io ne conosco più d’uno, si credono d’essere, non lo sanno che sono dei coglioni, e si sposano, hanno figli, e i figli sono figli di coglioni, che io non dico mica, il babbo è il babbo, tu non abbia da voler bene al tuo babbo, portargli rispetto, però questi figli, non lo so, io, non se n’accorgono? Quando parlano con il loro babbo, non lo vedono, non lo sentono? O sono coglioni anche loro? Che allora lì è fatica, fra coglioni, ecco, sì, no, c’è delle volte che gli scappa detto: il mio babbo è un coglione, ma in un altro senso, nel senso che è buono, che è un galantuomo, che questo però è un discorso, come sarebbe allora? i galantuomini sono dei poveri coglioni? Intendiamoci, può essere che un coglione sia un galantuomo, può essere che sia buono, ma può essere anche cattivo, ci sono i buoni e i cattivi anche tra i coglioni, coglione non vuol mica dire, uno è un coglione, ma può andare vestito bene, portare gli occhiali, può essere anche, guarda io quello che ti dico, può essere anche intelligente, e nello stesso tempo coglione, che è un caso eccezionale, ma succede, essere coglione è una cosa, può essere tutto un coglione, puà essere anche istruito, può essere perfino laureato, certo che se è ignorante, i coglioni ignoranti, quelli sono una disgrazia, non si ragiona, è come parlare al muro, e prepotenti, che uno, io capisco, quando dico che un coglione può essere tutto, uno può rimanere disorientato, gli viene da dire: allora se uno è un coglione, in cosa si distingue? Insomma, cosa vuol dire essere un coglione? cos’è la coglionaggine? Eh, questa è una domanda, è fatica, come si può dire? Fammi pensare, non c’è un esempio? ecco, i coglioni fanne le cose alla rovescia, e tu li vedi che sbagliano, tu lo sai come andrebbero fatte, provi a dirglielo, anche con le buone maniere, ma loro niente, tirano dritto, tu cerchi di dargli una mano, di metterli sulla buona strada, loro ti guardano con un’aria: adesso cosa vuole questa testa di cazzo? e allora va a finire che t’arrabbi: Sono dei coglioni! Ti sfoghi in piazza, e in piazza c’è anche qualcuno che ti ascolta: Hai ragione, sono coglioni, però. Però? Cosa si può fare? sono tanti, comandano loro.
Tom
Quanto abbiamo giocato con Tom, quel che mi sono divertito, ma intelligente, era il cane di mio zio, più intelligente di lui.
Coglioni (2)
Dunque, no, fammi capire, i coglioni tu vedi che sbagliano, gli vorresti dare una mano, metterli sulla buona strada, ma siccome sono coglioni non ti stanno a sentire, e tu ti arrabbi, ho capito bene? solo che, secondo me, che sbaglierò, però, da quello che vedo, non ti stanno a sentire perché la buona strada, ce n’è tanti che l’hanno già trovata, sono pieni di soldi, case macchine, tutto, che noi, io e te, sono cose che non le abbiamo, e magari neanche le vogliamo, però loro le hanno, e se le tengono, e io, capisco anch’io quello che vuoi dire, loro danno valore a delle cose che non ce l’hanno, seguono le mode, che noi, se avessimo noi i loro soldi, solo che non li abbiamo, non abbiamo una lira, e io, adesso non arrabbiarti anche con me, ma delle volte, non sarà, mi vene da pensare, che i coglioni siamo noi? Siamo io e te?

sabato 28 Gennaio 2017

Io, è secondo come mi sveglio, ci sono delle mattine che sto lì a covare nel letto, a occhi chiusi, penso, così, come sognassi, delle cose, anche delle belle cose, che mi potevano succedere e non sono successe.
[Raffaello Baldini, Intercity, Torino, Einaudi 2003, p. 103]
martedì 15 Dicembre 2015

Seconda e ultima parte della lettura integrale di Intercity, di Raffaello Baldini: Clic
lunedì 14 Dicembre 2015
Lunedì 14 dicembre,
a Bologna,
alla libreria Modo infoshop,
in via Mascarella 24/b,
alle 19,
seconda parte (di due)
della lettura integrale di
Intercity, di Raffaello Baldini
giovedì 10 Dicembre 2015


Seconda parte (di due) della lettura integrale di Ad nota di Raffaello Baldini e prima parte (di due) della lettura integrale di Intercity di Raffaello Baldini: Clic
giovedì 10 Dicembre 2015
Ieri sera ho letto delle poesie di Baldini, alla Modo inofoshop, e tra le altre ne ho letto una che si intitola Scopone che c’è uno che litiga con il suo compagno di scopone che gioca male e quello gli chiede: «Ma cosa ti arrabbi, è solo uno scopone, ci giochiamo il caffè», e lui gli risponde: «Ma che discorso è? cosa vuol dire solo uno scopone? a giocare bisogna arrabbiarsi, in tutti i giochi, possibile tu non capisca? se no non c’è nessun sugo, il gioco è gioco, se non lo prendi sul serio che gioco è?».
mercoledì 9 Dicembre 2015
Mercoledì 9 dicembre,
a Bologna,
alla libreria Modo infoshop,
in via Mascarella 24/b,
alle 19,
prima parte (di due)
della lettura integrale di
Intercity, di Raffaello Baldini
martedì 14 Agosto 2012

Qui non si sente niente, se non state zitti, state zitti! sì, hai voglia, state zitti, su, per piacere, cinque minuti, se no non si sente un accidente, ecco, andiamo un po’ meglio, però laggiù, dico a voi, cosa vi costa star zitti? porca puttana, ve le dite dopo le cose, adesso state zitti, così, zitto anch’io,
niente, ma va’ là, non si sente niente lo stesso, però che roba, senti che roba a star zitti tutti.
[Raffaello Baldini, Cinque minuti, in Intercity, Torino, Einaudi 2003, p. 103]

giovedì 14 Giugno 2012

È uno sbaglio, che non debbano capire che è uno sbaglio, che lo fanno anche gli uomini, non lo fanno solo le donne, di calarsi gli anni, io ne ho conosciuto più d’uno, non vogliono invecchiare, e credono, che invece così è peggio, tutto l’opposto bisogna fare, non ci arrivano, invecchi meno se te li aumenti, gli anni, io anche da giovane, quando avevo trent’anni, «Quanti anni hai?», «Trentacinque», «Porca masola, già trentacinque, non te ne davo nemmeno trenta», nemmeno trenta, meno di trenta, hai capito? se te li cali tu, è una bugia, gli anni, te li devono calare gli altri, calarteli e farti i complimenti, adesso io ne ho sessantuno e dico sempre che vado per i sessantanove, che rimangono, tutti: «No, davvero? Ma va’ là, sessantanove? Hai una faccia, te ne darei, a dir poco, dieci di meni, anche dieci dodici», in modo che raggranelli due tre quattr’anni, poi c’è da fare un altro discorso, che pare così, ma se sono sessantuno e dici che sono sessantanove, sono otto anni che hai ancora da campare, ma siccome hai detto che li hai campati, sono otto anni che, in un certo senso, ci hai messo una mano sopra, è, come si può dire? Una prenotazione, sempre in un certo senso, ma per tornare al discorso di prima, io voglio fare un esempio che non sta in piedi, una cosa esagerata, che non si può, che è da ridere, ma si fa per parlare, metti che tu abbia settant’anni, ti domandano: «Quanti anni hai?», e tu rispondi: «Novantadue», che l’altro rimane: «Ehi, mi prendi per il culo?», «Ne ho novantadue», «Non ci credo», «Non crederci», «Porca paglia, a novantadue anni, ma sei un ragazzo!», ecco, quel che voglio dire, io, che l’ho detto, l’ho detto fino adesso, però capisco, sì, è una cosa che, in un primo momento, uno può dire: come, già che ne ho tanti, e me li devo anche crescere? Pare che non stia in piedi, invece è una cosa che non sbagli, non puoi sbagliare, parlo per esperienza, ma poi ci vuol poco a far la prova, prova, prova anche tu, vogliamo scommettere? Arrivi, si fa sempre per dire, che a settant’anni addirittura puoi diventare un ragazzo.
[Raffaello Baldini, Intercity, Torino, Einaudi 2003, pp. 53-55]

domenica 9 Ottobre 2011

Io, è secondo come mi sveglio, ci sono delle mattine che sto lì a covare nel letto, a occhi chiusi, penso, così, come sognassi delle cose, anche delle belle cose, che mi potevano succedere e non sono successe.
[Raffaello Baldini, Intercity, Torino, Einaudi 2003, p. 103]