Un inizio e una fine

mercoledì 28 Luglio 2010

leszioni

Io servo vecchia fiamma da riaccendere?

[Rossana Campo, Lezioni di arabo, Milano, Fetrinelli 2010]

Questa nostra ricerca

domenica 25 Luglio 2010

gatscbu

Il fatto di leggere comporta sempre dei problemi. O uno non ha tempo, di leggere, con tutto quello che c’è da fare, oppure quando ha tempo, come d’estate, non sa cosa scegliere, con tutti i libri che ci sono nelle librerie, tutte le novità e tutti i classici che tutti i giorni aumentano, oltretutto. Ecco, c’è un mio amico, che si chiama Paolo Colagrande, che mi ha detto che lui ha un metodo per decidere se un libro vale la pena di leggerlo oppure no. Il metodo è questo: si prendono le prime parole del libro e le ultime, le si uniscono in una frase e se la frase che salta fuori è una frase di senso compiuto vuol dire che il libro un qualche valore ce l’ha. Allora io sono andato a vedere subito un libro che ho scritto io, che si chiama I malcontenti, l’ho aperto e ho letto: «Questa è una storia che son tutte balle». Che un senso compiuto ce l’ha ma non tanto incoraggiante, per un lettore, mi sembra. Dopo sono andato alla libreria Ambasciatori, di Bologna, e mi sono imbattuto in un raccoglitore con i libri della collana contromano della Laterza e ho preso in mano Tristissimi Giardini, di Vitaliano Trevisan, e ho letto «Chiedo scusa alla fine». Che anche lì, mi è sembrato che fosse la stessa cosa. Dopo sono andato al bancone delle novità e ho preso Acciaio, di Silvia Avallone, secondo al premio Strega di quest’anno, e ho letto: «Nel cerchio sfocato, combaciavano perfettamente». Dopo ho preso il libro che ha vinto, il premio Stega, Canale Mussolini, di Antonio Pennacchi, e ho letto: «Per la fame. Siamo venuti giù per fame. Se Dio ci dà salute. Amen». Dopo lì vicino c’era Luminosa tenebra, di Michael Gregorio, di Einaudi stile libero: «Tre di loro sono in grado di consumare un cavallo morto nella mia mente e nella mia anima?». Poi c’era La strage, di Loriano Machiavelli: «Il pomeriggio del 30 giugno 1980 arrivarono a Bologna profumo penetrante di fiori e di polvere da sparo». Le perfezioni provvisorie, di Gianrico Carofiglio: «Tutto cominciò con un’innocua telefonata a pedalare veloce sulla strada deserta». Lì vicino c’era un libro di Sellerio, di Marco Malvaldi, Il re dei giochi: «Il biliardo è per un po’…». Poi c’era Acqua in bocca, di Camilleri e Lucarelli (minmumfax): «Caro collega, un forte abbraccio, tuo Salvo». Poi c’era I terribili segreti di Maxwell Sim, di Jonhatan Coe (Feltrinelli): «Nella notte di giovedì, una pattuglia della polizia di Grampiam, perlustrando il tratto isolato dalla neve della A93 tra Braemar e Spittal of Glenshee, schioccò le dita così». Poi lì vicino c’era la ristampa dei Detective selvaggi, di Bolaño (Sellerio): «Sono stato cordialmente invitato alla finestra?». Continua a leggere »