Doveva essere uno nuovo

lunedì 5 Gennaio 2015

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Non poteva usare il telefono per chiamare la donna che aveva promesso di venire perché non voleva occupare la linea proprio nel momento in cui lei provava a chiamarlo, e aveva paura che a trovare il numero occupato lei si sarebbe arrabbiata e avrebbe pensato che lui non fosse interessato e forse avrebbe portato a qualcun altro quello che aveva promesso a lui.
Aveva promesso di procurargli un quinto di chilogrammo di marijuana particolarmente buona per 1250 $ Us. Aveva già provato settanta o ottanta volte a smettere di fumare marijuana. Prima di conoscere questa donna. Lei non sapeva che lui aveva provato a smettere. Era sempre riuscito ad arrivare a una settimana, o due settimane, o forse due giorni, poi ci aveva pensato e aveva deciso di fumarsene un po’ a casa per l’ultima volta. Per questa ultimissima volta aveva bisogno di uno spacciatore nuovo, uno al quale non avesse già detto che doveva necessariamente smettere di fumare e mai più per nessuna ragione, per favore, doveva trovargli la roba. Doveva essere uno nuovo, perché aveva detto a tutti gli spacciatori che conosceva di lasciarlo fuori dal giro. Doveva essere qualcuno di assolutamente nuovo, perché ogni volta che comprava la roba da qualcuno sapeva che quella doveva essere l’ultima volta, e così chiedeva un favore personale allo spacciatore, lo pregava di non trovargliela più, mai più. E dopo che aveva parlato così a qualcuno, non poteva tornare a chiedergliela, perché era un tipo orgoglioso, e anche gentile, e non voleva mettere nessuno in quel tipo di situazione contraddittoria. Poi, quando si trattava di roba, lui si vedeva come un tipo cupo, che dava i brividi, e temeva che anche gli altri lo vedessero in quel modo. Si mise a sedere e pensare e aspettare in mezzo alla x irregolare fatta dalla luce che veniva dalle due finestre. Una o due volte guardò il telefono.

[David Foster Wallace, Infinite jest, traduzione di Edoardo Nesi, Torino, Einaudi 2006, p. 21]