Dirlo per primo

domenica 23 Marzo 2014

charles-bukowski-il-sole-bacia-i-belli-L-UeaQce

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

Per molto tempo, fino a quando ho avuto circa 40 anni, non ho letto Charles Bukowski perché pensavo che fosse un pornografo, uno che aveva successo perché metteva dentro nei libri delle donne nude e delle scene di sesso. Poi, non mi ricordo bene perché, ho cominciato a leggere i suoi libri e quando, qualche anno dopo, con un mio amico che insegnava letteratura italiana negli stati Uniti, Daniele Benati, abbiamo parlato degli scrittori americani contemporanei che ci sembrava valesse la pena di leggere, io gli ho fatto il nome di Bukowski e lui mi ha detto che era un sacco di tempo che non lo leggeva e che adesso avrebbe riprovato e qualche settimana dopo mi ha scritto che aveva cominciato a rileggerlo e che, certi notti, svegliava tutti nel suo condominio perché scoppiava a ridere ogni cinque minuti. La cosa singolare, di Bukowski, per quel che ne capisco io, è il compasso, l’ampiezza di toni, se così si può dire, che un po’, forse, salta fuori da questi due pezzetti che si trovano in una raccolta di lettere pubblicata qualche anno fa da minimum fax (Lettere dal balcone, traduzione di Christian Raimo e Martina Testa); il primo pezzetto si intitola LA RIVISTA DI CARTA IGIENICA, e fa così: Continua a leggere »

Un sacco

domenica 9 Marzo 2014

charles-bukowski-il-sole-bacia-i-belli-L-UeaQce

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

E a volte rifiutano quello che scrivo, e dicono: “Non va per niente bene, Bukowski!”, e hanno ragione: scrivo un sacco di cagate. Quasi intenzionalmente scrivo un sacco di cagate, per tirare avanti, e la maggior parte delle cose che scrivo non va, ma mi mantiene in esercizio.

[Charles Bukowski, Il sole bacia i belli, a cura di David Stephen Calonne, traduzione di Serena Viciani, Milano, Feltrinelli 2014, p. 54]

Be’

giovedì 6 Marzo 2014

charles-bukowski-il-sole-bacia-i-belli-L-UeaQce

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

Be’, nella maggior parte dei casi devo dire che gli scrittori non sono brave persone. Preferisco parlare con un meccanico di un’autofficina che sta mangiando un panino al salame per pranzo. In effetti, potrei imparare più cose da lui. È più umano. Gli scrittori sono una brutta razza. Cerco di stare alla larga da loro.

[Charles Bukowski, Il sole bacia i belli, a cura di David Stephen Calonne, traduzione di Serena Viciani, Milano, Feltrinelli 2014, p. 54]

Il sole bacia i belli

lunedì 3 Marzo 2014

charles-bukowski-il-sole-bacia-i-belli-L-UeaQce

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

Mi ricordo la mia prima pubblicazione importante, un racconto apparso sulla rivista “Story” diretta da Whit Burnett e da Martha Foley, nel 1944. Gli avevo spedito un paio di racconti a settimana per circa un anno e mezzo. Quello che alla fine hanno accettato era piuttosto delicato rispetto agli altri. Voglio dire in termini di contenuto e di stile e di azzardo e di ricerca e tutto il resto. Più o meno nello stesso periodo hanno accettato un altro mio racconto nella rivista “Portfolio” curata da Caresse Crosby, e dopo quello ho piantato tutto. Ho buttato via tutti i racconti e mi sono concentrato sul bere. Non mi sembrava che gli editori fossero pronti e sebbene io lo fossi avrei potuto esserlo ancora di più ed ero anche disgustato da ciò che veniva accettato come Letteratura con la L maiuscola. Così ho cominciato a bere e sono diventato uno dei migliori bevitori al mondo, anche questo richiede un certo talento.

[Charles Bukowski, Il sole bacia i belli, a cura di David Stephen Calonne, traduzione di Serena Viciani, Milano, Feltrinelli 2014, p. 296]