Il pensiero e la realtà

domenica 7 Agosto 2016

kundera il sipario

All’epoca in cui [Jaromir] John scriveva il suo romanzo [IL mostro a scoppio, il cui protagonista si lamenta per il fatto che sotto le sue finestre passano le automobili, che lui chiama i «mostri a scoppio»], a Praga c’era forse un’automobile ogni cento abitanti o, che so io, ogni mille. E, proprio perché ancora raro, il fenomeno del rumore (rumore dei motori) si manifestava in tutta la sua straordinaria novità. Ne possiamo dedurre una regola generale: la portata esistenziale di un fenomeno sociale si percepisce con la massima intensità non nel momento della sua espansione, ma quando è agli inizi, incomparabilmente più debole di quanto non sarà in futuro. Nitezsche osserva che nel XVI secolo in nessun luogo al mondo la Chiesa era poco corrotta come in Germania, e che proprio per questo vi nacque la Riforma: infatti, solo «gli albori della corruzione erano sentiti come intollerabili». Paragonata a quella di oggi, la burocrazia dell’epoca di Kafka era un bambino innocente; eppure è stato Kafka a scoprirne la mostruosità, che da allora è diventata banale e non interessa più a nessuno. Durante gli anni Sessanta del XX secolo, alcuni brillanti filosofi hanno sottoposto la «società dei consumi» a una critica che col trascorrere degli anni è stata superata dalla realtà in maniera così caricaturale che vi facciamo riferimento non senza un certo imbarazzo. Bisogna infatti ricordare un’altra regola generale: mentre la realtà si ripete senza alcuna vergogna, il pensiero, di fronte alla ripetizione della realtà, finisce sempre per tacere.

[Milan Kundera, Il sipario, traduzione di Massimo Rizzante, Milano, Adelphi 2005, pp. 133-134]

Essere famosi

mercoledì 3 Agosto 2016

kundera il sipario

In Hugoliade, pamphlet contro Victor Hugo, Ionesco, che ha ventisei anni e vive ancora in Romania, scrive «La caratteristica della biografia degli uomini famosi è che hanno voluto essere famosi. La caratteristica della biografia di tutti gli uomini è che non hanno voluto o non hanno pensato di essere uomini famosi… Un uomo famoso è rivoltante».

[Milan Kundera, Il sipario, traduzione di Massimo Rizzante, Milano, Adelphi 2005, pp. 105]

La tirannia dei tenori d’opera

mercoledì 27 Luglio 2016

kundera il sipario

La parola «Kitsch» è nata a Monaco verso la metà del XIX secolo e indica lo sciropposo cascame del grande secolo romantico. Ma forse Hermann Broch, che vedeva il rapporto tra il romanticismo e il Kitsch in proporzioni quantitativamente inverse, era più vicino alla verità: a suo giudizio, lo stile dominante del XIX secolo (in Germania e nell’Europa centrale) era il Kitsch, dal quale si discostavano, come fenomeni eccezionali, alcune grandi opere romantiche. Coloro che hanno conosciuto la secolare tirannia del Kitsch (la tirannia dei tenori d’opera) avvertono una particolare irritazione nei confronti del velo rosa gettato sulla realtà, dell’impudica esibizione di un cuore sempre turbato, del «pane sul quale si sia versato del profumo» (Musil); da tempo il Kitsch è diventato un concetto molto preciso nell’Europa centrale, dove rappresenta il male estetico supremo.

[Milan Kundera, Il sipario, traduzione di Massimo Rizzante, Milano, Adelphi 2005, pp. 18-19]

Come la peste

giovedì 21 Luglio 2016

kundera il sipario

Fielding è stato uno dei primi romanzieri in grado di concepire una poetica del romanzo; ciascuna delle diciotto parti di Tom Jones si pare con un capitolo dedicato a una sorta di teoria del romanzo (teoria leggera e amena; perché è così che un romanziere fa teoria: salvaguardando gelosamente il suo linguaggio, rifuggendo come la peste dal gergo degli eruditi).

[Milan Kundera, Il sipario, traduzione di Massimo Rizzante, Milano, Adelphi 2005, pp. 18-19]