Diciotto

lunedì 1 Febbraio 2016

Il semplice, Almanacco delle prose, numero 5

18.

Non dovevi fare ieri quello che potevi fare ieri l’altro.

[Learco Pignagnoli, Racconti brevi che più brevi non si può, Il semplice numero 5, Milano, Feltrinelli 1997, p. 117]

Il discorso del papa

venerdì 13 Giugno 2014

Il semplice
 

 

 

 

 

 

[Ottorino Ferrari grazie al suo registratore elettromagnetico è in grado di mettersi in contatto con le voci dell’Aldilà di tutti i tempi, ma anche con le voci dei viventi. È un coltivatore diretto, nonché attore, medium e predicatore chiamato “l’uomo dei secoli”. Anche se il suo interlocutore preferito è il Demonio, il Principe delle Tenebre, ha buoni contatti pure con gli avversari di costui; ad esempio è capace di attaccare discorso con la famiglia di Lazzaro resuscitato, e di captare perfino le voci di imperatori e papi.]

Due anni fa sappiamo che il papa è venuto a Reggio, è venuto a Modena, è venuto a Nonantola. Allora prima di partire da Reggio per Roma aveva pensato di venire a casa mia, poi dopo mia moglie ha detto: “… è un disturbo un po’ grosso, ma però ha detto che verrà presto”. Il papa parlando del suo viaggio che farà in giugno nelle due province: cioè quella di Modena e quella di Reggio Emilia, disse ai suoi collaboratori, ai vescovi e ai cardinali: “Noi andremo in queste due grandi province, prima tappa Nonantola, poi Carpi, poi Reggio Emilia”. Il papa parlando a tutti questi vescovi e cardinali disse: “Adesso io vi parlerò di un personaggio che troveremo vicino a Carpi in un paesino che è ai confini della provincia di Reggio con quella di Modena, il paesino si chiama Mandrio di Correggio, e lui abita in via Mercanti, vicino alla Latteria Nuove Lodini, si chiama Ottorino, è un grande coltivatore, è un grande predicatore, pensate, da solo ha evangelizzato queste due grandi province di un brutto colore! Mentre noi sappiamo che i dodici apostoli non sono riusciti a evangelizzare la piccola Galilea, pensate, principi delle chiese, voi passate sempre per delle strade pulite e profumate, indossate vesti belle e colorate, ma delle volte per delle cose da niente perdete le staffe, invece Ottorino è malvestito e passa per la brutta via della stalla che è puzzolente e sporca di letame, ma lui è calmo e non perde le staffe, pensate che con otto vacche porta al casello due quintali di latte. Anche i morti lo hanno scelto come loro portavoce. Prima di tornare a Roma, ho pensato, noi  saliremo tutti sull’aereo che ci staremo appena e andremo da Ottorino a cena!”.
Ma mia moglie ha detto: “A m’ in dispies, ma per me lè ‘na seina un po’ peisa, mi dispiace, ma per me è una cena un po’ pesa”.

[Il semplice. Almanacco delle prose, N. 6, Milano, Feltrinelli 1997, pp. 70-71]

Anch’io

venerdì 12 Luglio 2013

il semplice numero 6
 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

Anch’io ero convinto di conoscere me stesso, ha detto uno dei quattro viandanti come per riprendere un discorso già incominciato da un altro. Invece non aveva mica parlato nessuno fino a quel momento e infatti poco dopo un altro viandante ha detto: scusi lei ha detto anch’io ero convinto di conoscere me stesso come se qualcuno avesse parlato prima di lei mentre qui ha mica parlato nessuno a meno che non mi sbaglio.
 

[Daniele Benati, Viandanti, in Il semplice, 6, Milano, Feltrinelli 1997, p. 25]

Ecco

mercoledì 10 Luglio 2013

il semplice 6

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

Mio padre, se il mondo fosse andato diversamente e se il suo destino avesse imboccato altre strade, sarebbe potuto diventare uno dei più importanti rottamai della terra, e infatti, tutte le volte che per un caso o per un altro doveva andare da un rottamaio a cercare un pezzo di automobile o delle altre cose, tornava a casa con la faccia di uno che abbia passeggiato per due ore nel paradiso terrestre.

 

[Ugo Cornia, I morti sono la cosa più preziosa della tera, in Il semplice, 6, Milano, Feltrinelli 1997, p. 41]

 

Sobrio

mercoledì 1 Ottobre 2008

Quando c’era il Semplice, che è una rivsita che c’era un po’ di anni fa, un almanacco delle prose pubblicato da Feltrinelli, i redattori del Semplice facevano delle riunioni e leggevano i racconti che arrivavano alla redazione e poi ne parlavano.
Io ho partecipato a una sola di queste riunioni, poi non ci sono più andato perché c’era una certa aria ospedaliera, la rivista stava per finire e un po’ si vedeva. Però ho continuato a frequentare alcuni di questi redattori, in particolare Daniele Benati e Ugo Cornia, che erano tutt’altro che ospedalieri, nel loro modo di fare e nelle cose che dicevano. E da questa frequentazione mi sono fatto un’idea di quello che succedeva nelle riunioni del Semplice, nelle prime, quelle quando la rivista era ancora viva e vegeta e era bellissima.
Secondo me, lì al Semplice, usavano un gergo particolare. Se di una cosa si diceva che era ben scritta, voleva dire che non andava bene. Voleva dire che era solo ben scritta, e non aveva nessun’altra qualità. Impossibile da pubblicare.
Se di una cosa si diceva che era strampalata, voleva dire che andava bene. Voleva dire che era strampalata, e dir strampalato, per quelli che facevano il Semplice, secondo me equivaleva a dir Bello molto.
L’altra sera, alla scuola elementare di scrittura emiliana, mi son trovato a dire che un racconto che è stato letto era sobrio, e poi ho subito detto che sobrio, secondo me, va molto bene, e poi ho fatto un lungo discorso su Beckett che ultimamente io Beckett lo cito ogni volta che ne ho l’occasione.
Stamattina poi, davanti alla biblioteca sala borsa, poco prima che perdessi la mia tessera della sala borsa numero 54, che non trovo più, e mi dispiace, ho incontrato una mia amica che si è iscritta alla scuola elementare di scrittura emiliana e che mi ha detto che ha visto questo sito e che secondo lei era sobrio. E io un po’ ero contento ma un po’ anche no.