Lo specchio
Non è colpa dello specchio, signori, se le vostre facce sono storte.
Nikolaj Gogol’ (Il revisore)
Non è colpa dello specchio, signori, se le vostre facce sono storte.
Nikolaj Gogol’ (Il revisore)
PODESTÀ Devo farle un’osservazione anche sull’insegnante di storia. Si vede che è uno che sa, un sacco di cose, ma spiega con tale ardore da perdere il controllo. Una volta l’ho ascoltato: finché parlava di assiri e babilonesi poetava ancora andare, ma appena è giunto ad Alessandro Magno, non posso dirle cosa sia successo. Com’è vero Iddio, credevo che ci fosse un incendio! È balzato giù dalla cattedra e batteva la sedia sul pavimento con quanta forza aveva. Naturalmente, Alessandro Magno è un eroe, ma perché rompere le sedie? È un danno per lo stato.
[Nikolaj Gogol’, Il revisore, a cura di Emilia Magnanini, Venezia, Marsilio 1990, p. 81]
PODESTÀ Anche a lei, Ammos Fedorovič, consiglierei di prestare attenzione al tribunale. Là da lei, nell’atrio, dove normalmente si presentano i postulanti, gli uscieri si sono messi ad allevare oche domestiche con intere nidiate, che ti corron qua e là sotto i piedi. Certo, non può che essere un merito per chiunque impiantare un’economia domestica, e perché non dovrebbero farlo gli uscieri? Solo che, sa, in un posto simile non sta bene. Volevo farle quest’osservazione anche prima, ma me ne sono sempre scordato.
[Nikolaj Gogol’, Il revisore, a cura di Emilia Magnanini, Venezia, Marsilio 1990, p. 77]
Non è colpa dello specchio, signori, se le vostre facce sono storte.
[Nikolaj Gogol’, Il revisore, epigrafe]
CHLESTAKOV: Non badate al grado, vi prego di sedervi.
[il podestà e tutti gli altri si siedono]
Non amo i convenevoli. Al contrario, cerco persino sempre di passare inosservato. Ma non ci si può proprio nascondere, proprio non si può! Non appena vado da qualche parte, subito cominciano a dire: «Ecco – fanno – che viene Ivan Aleksandrovič!» Una volta mi hanno scambiato persino per il comandante in capo: i soldati sono balzati fuori dal corpo di guardia a fare il presentatarm. Dopo, ormai, un ufficiale mio buon conoscente mi ha detto: «Eh sì, mio caro, ti avevano proprio scambiato per il comandante in capo».
ANNA ANDREEVNA: Ma senti un po’!
CHLESTAKOV: Mi conoscono ormai ovunque. Ho fatto conoscenza con delle attrici carine. E ho scritto anche vari vaudevilles… Mi incontro spesso con dei letterati. Con Puškin sono in confidenza. Mi è capitato spesso di dirgli: «E allora, caro Puškin, come va?». «Ma, così, mio caro – risponde – come sempre…». È un gran originale.
ANNA ANDREEVNA: Quindi, lei scrive anche? Che bello deve essere fare lo scrittore! Lei, certamente, pubblica anche sulle riviste?
CHLESTAKOV: Certo, pubblico anche sulle riviste. Del resto molte opere sono mie: Le nozze di Figaro, Robert le Diable, Norma. Non mi ricordo neppure i titoli. Ed è successo tutto per caso: io non volevo scrivere, ma la direzione del teatro mi fa: «Per favore, amico mio, scrivi qualcosa». E E dentro di me penso: «E perché no, amico, ci si può provare!» Pare che io abbia scritto tutto in una sola sera, ho sbalordito tutti. Ho un’incredibile facilità di pensiero.
[Nikolaj Gogol’, Il revisore, a cura di Emilia Magnanini, Venezia, Marsilio 1990, p. 155]