Il destino

lunedì 21 Maggio 2018

Viktor Šklovskijб Gamburgskij sčët

Nel 1915 sulla rivista «Vzjal» Chlebnikov pubblicò delle proposte piene di ironico buon senso. Velimir suggeriva di numerare i pensieri generici come paragrafi o articoli di un codice di leggi. Sarebbe stato meraviglioso.
«Sessantanove» mi avrebbero gridato dal «Na postù», e avrebbe indicato qualcosa di sgradevole. «Centoventi», avrei risposto io per risparmiare tempo.
Anche le citazioni sarebbero state numerate.
Velimir proponeva anche di costruire delle case con strutture di ferro e con cassetti di vetro trasportabili. Ognuno avrebbe avuto diritto a una certa cubatura di una casa di una città qualsiasi.
È pensata bene.
La casa, la stabilità di residenza, il destino sono visti con il segno negativo.
Non c’è nulla di più malinconico del destino.
In campagna, se chiedete alla gente il nome del villaggio più vicino, spesso vi rispondono che non lo sanno, soprattutto le donne.
Il destino li ha fissati alla casa con il muggito di una mucca.

[Viktor ŠKlovskij, Il punteggio di Amburgo, traduzione di Maria Olsoufieva, Bari, De Donato 1969, p. 54]

Come si fanno i film

sabato 26 Agosto 2017

Viktor Šklovskijб Gamburgskij sčët

Tito Livio, se non erro, riporta un’antica leggenda:
Gli dèi contrattano con Numa Pompilio sul carattere del sacrificio da loro gradito. Gli dèi vogliono sacrifici umani. Numa Pompilio finge di non capirli.
– Vogliamo qualcosa di umano, – continuano gli dèi.
Numa presenta loro un ciuffo di capelli.
– Qualcosa di vivo, – continuano gli dèi.
Numa aggiunge due pesci vivi.
– Vogliamo qualcosa di tondo, vogliamo una testa, – dicono gli dèi.
Numa offre una cipolla.
Così gli dèi ottengono un assortimento di cose del tutto inutili.
Press’a poco allo stesso modo si svolgono oggi le conversazioni tra gli sceneggiatori e il CEP, il Centro Educazione Politica.
Il CEP vuole soggetti umani, sostenuti da materiale vivo, che esprima i rapporti esistenti tra le classi.
Gli sceneggiatori offrono pesce, cipolle e didascalie.
Le trattative sono lunghe e penose.

[Viktor ŠKlovskij, Il punteggio di Amburgo, traduzione di Maria Olsoufieva, Bari, De Donato 1969, p. 30]

Esiste

martedì 27 Dicembre 2016

Viktor Šklovskijб Gamburgskij sčët

I crociati, durante la prima crociata scambiavano per Gerusalemme ogni città che incontravano. Appena si avvicinavano si accorgevano di essersi sbagliati. Allora facevano un pogrom.
Per dispetto.
Intanto, Gerusalemme esiste.

[Viktor ŠKlovskij, Il punteggio di Amburgo, traduzione di Maria Olsoufieva, Bari, De Donato 1969, p. 30]

Se c’è un oppio, è del popolo

domenica 17 Aprile 2016

Viktor Šklovskijб Gamburgskij sčët

Gor’kij e un dirigente comunista discutevano se il popolo capisca l’espressione «la religione è l’oppio del popolo».
Decisero d’interrogare una sentinella dell’armata rossa.
– Che cos’è l’oppio?  
– È una medicina – rispose il soldato.

[Viktor ŠKlovskij, Il punteggio di Amburgo, traduzione di Maria Olsoufieva, Bari, De Donato 1969, p. 41]

Prologo

venerdì 21 Agosto 2015

Viktor Šklovskijб Gamburgskij sčët

Il punteggio di Amburgo è importantissimo.
Tutti gli incontri di lotta sono truccati. Gli atleti si fanno mettere con le spalle a terra secondo le istruzioni dell’impresario.
Ma una volta l’anno si riuniscono ad Amburgo in una osteria e lottano a porte chiuse, con le tende tirate.
Lottano a lungo, con ostinazione, senza eleganza.
Il punteggio di Amburgo serve a stabilire la classe reale di ciascun lottatore e ad evitare il totale discredito.
Anche in letteratura non se ne può fare a meno.
Per il punteggio di Amburgo Serafimovič è Versaev non esistono neppure.
Non sono ancora arrivati in città.
Ad Amburgo Bulgakov va al tappeto.
Babel’ è un peso piuma.
Gor’kij è ambiguo: spesso non è in forma.
Chlèbnikov era un campione.

[Viktor ŠKlovskij, Il punteggio di Amburgo, traduzione di Maria Olsoufieva, Bari, De Donato 1969, pp. 131-132]

Alla polvere

mercoledì 19 Agosto 2015

Viktor Šklovskijб Gamburgskij sčët

Immaginate di aver lasciato Mosca per trasferirvi sulla luna, dove c’è un caldo afoso. E mentre siete sulla luna, all’improvviso venite a sapere che non potete più rientrare in Russia e che la vostra casa è stata affittata a un altro. Poiché sinora nessuno ha mai avuto occasione di leggere la Bibbia e la storia della Russa ritagliate in striscioline sottili e frammiste al giornale del mattino, non riuscirà a dare un’idea dell’impressione che i telegrammi dell’Ottobre produssero in Oriente. Quando Chakrabon ebbe finito di leggere il telegramma erano ricomparse le ombre e il sole non era più a picco.
L’ufficiale riarrotolava il nastro su nitide bobine ordinate con la totale mancanza d’espressione con cui uno studente bocciato all’esame si rimette il cappotto in anticamera. Il tenente uscì nel giardino. Il giardino era visto attraverso uno stereoscopio: tridimensionale, ma irreale. I pennacchi delle palme segnavano con ostentazione il primo piano. A che cosa si può avvicinare tutto questo?
Alla polvere, sospesa nell’aria e imponderabile.
Alla pietà.
Ad un uomo che cammini per una strada invasa dall’erba, cantando senz’accorgersene.
E lo scrittore più essere paragonato:
a una canzone cantata distrattamente;
a Dio, che ha creato il mondo frettolosamente, in sei giorni, ed è contento che il settimo sia una domenica.

[Viktor ŠKlovskij, Il punteggio di Amburgo, traduzione di Maria Olsoufieva, Bari, De Donato 1969, pp. 131-132]

La condizione degli sceneggiatori

venerdì 17 Luglio 2015

Viktor Šklovskijб Gamburgskij sčët

È difficile parlare con gli sceneggiatori. Si capisce che la loro è una situazione disperata.

[Viktor ŠKlovskij, Il punteggio di Amburgo, traduzione di Maria Olsoufieva, Bari, De Donato 1969, p. 58]

V. Šklovskij

martedì 7 Luglio 2015

Viktor Šklovskijб Gamburgskij sčët

Impacchettava la vita avidamente, come se volesse portarla tutta con sé e trasferirsi su un altro pianeta.

[Viktor ŠKlovskij, Il punteggio di Amburgo, traduzione di Maria Olsoufieva, Bari, De Donato 1969, p. 58]

Il contadino e il bove

sabato 4 Luglio 2015

Viktor Šklovskij, Il punteggio di Amburgo

L’aeroplano interessa la campagna, e soprattutto i vecchi, in quanto esploratore del cielo.
– Davvero non c’è nulla oltre le nuvole?
Molto ingenuo.
Ma intanto un motore non è una novità nelle campagne.
È conosciuto e apprezzato.
Il contadino non vuole essere lui un motore.
Il contadino, oggi, si annoia. Vorrebbe organizzare la città in campagna. Il contadino dice: «Il bove lavora per il contadino, il contadino per il bove». Questo circolo vizioso è impopolare nel mondo rurale, che ama la sensazione, le cifre, le invenzioni (e vuole che siano russe), l’elettricità.
Penso che in campagna andrebbe benissimo una rivista illustrata, purché non populista e priva di fotografie pittoresche del raccolto del fieno.

[Viktor ŠKlovskij, Il punteggio di Amburgo, traduzione di Maria Olsoufieva, Bari, De Donato 1969, p. 189]

Gli esperti di carezze

venerdì 3 Luglio 2015

Viktor Šklovskij, Il punteggio di Amburgo

Gli esperti di carezze dicono che a volte è meglio accarezzare con un’ingiuria.

[Viktor ŠKlovskij, Il punteggio di Amburgo, traduzione di Maria Olsoufieva, Bari, De Donato 1969, p. 82]