No!

venerdì 29 Luglio 2016

campigli barilli

– No! Meglio esser pigri come una pera che matura. L’Arte ha bisogno di assorbire tutta la sua stagione favorevole. Lasciandola sul ramo, giorno e notte, inverno, primavera, estate, fin che il suo frutto rotola a piè dell’albero e si apre.

[Bruno Barilli, Il paese del melodramma, Milano, Adelphi 2000, p. 83]

Tutte cose regalate

mercoledì 2 Luglio 2014

campigli barilli
 

 

 

 

 

 

 

Sulle mensole ci son due statuette di bronzo: Manzoni e Vittorio Emanuele II. Alle pareti, c’è un ritratto di Crispi. Sotto campane di vetro, ci sono gustose terrecotte napoletane.
«Sono tutte cose regalate» mi dice la custode sottovoce.
Tutto è rimasto tal quale dal giorno che se ne andò. E tutto qui lo aspetta, anche gli alberi nel parco. E cresce un po’ l’inquietudine come se, dopo trentasette anni della sua assenza, dovesse ritornare da un momento all’altro.
E sulla scrivania c’è un cartoncino sul quale Verdi ha scritto con una calligrafia senza disinvoltura:
«Un tedesco che sa, sa troppo. Un russo che sa, è un pericolo».

[Bruno Barilli, Il paese del melodramma, Milano, Adelphi 2000, p. 132]

Parma

mercoledì 22 Maggio 2013

barilli

 

 

 

 

 

 

 

 

 

Più un lavoro era inutile e più ce n’era urgenza. Il padre del popolo aveva pronti dei piani formidabili di lavori inutili: ce n’era da lavorare inutilmente per cinquant’anni almeno.

[Bruno Barilli, Il paese del melodramma, Milano, Adelphi 2000, p. 50]

In quella enorme zanzariera

domenica 10 Giugno 2012

In quella enorme zanzariera che è la valle del Po, tra Parma e Mantova doveva nascere il genio di Giuseppe Verdi, e Parma diventare la roccaforte dei verdiani. /…/
Quella era l’epoca delle sedizioni fulminee, dei grossi adulterii, dei preti e dei mangiapreti, l’epoca del gaz, dei ladri di gatti, e dei lampionari che vanno con l’asta nell’Ave Maria fuligginosa e accendono dei lampioni rotti: la plebe porta il tabarro alla spagnuola, il cappelluccio calcato sugli occhi, e sputa fuori dei denti con tracotanza parlando a grumi quel dialetto mescolato e gagliardo che ancora dura. Il cosiddetto vino della bassa, mistura schiumosa e spropositata che faceva bum nello stomaco, dava fuoco ai loro discorsi e aggiungeva risonanza all’umore fondo di questi odiatori del genere umano.

[Bruno Barilli, Il paese del melodramma, Milano, Adelphi 2000, p. 13]

Turbolento

mercoledì 5 Ottobre 2011

Popolo turbolento e temibile, popolo che disprezza il villano, odia lo sbirro e massacra la spia dove la trova, quello di Parma. Tutta la città era un teatro continuo: contumelie, gazzarre e tumulti finivano la giornata di questi cittadini pericolosi e fierissimi. Quante volte non abbiamo veduto scoppiare da un nonnulla la ribellione, torme di gente rabbiosa accorrere e fra botte e legnate volare all’aria qualche kepì di questurino. Le cagnare, nella luce verde dell’inverno, si trasformavano in sommosse e in un baleno, fra mille urli e sbatacchiamenti di imposte, la situazione diventava grave.

[Bruno Barilli, Il paese del melodramma, Milano, Adelphi 2000, p. 14]