Alberi e pipe

martedì 28 Agosto 2012

Quel che René Magritte ha scritto sotto il disegno realistico di una pipa: “Ceci n’est pas une pipe”: “Questa non è una pipa”, uno scrittore dovrebbe scriverlo sotto ognuna delle sue parole. Quando per esempio mette su carta la parola “albero”, dovrebbe subito aggiungere: “Questo non è un albero”, perché la parola “albero” su un foglio di carta bianco non assomiglia per niente a un albero. Sto pensando anche alle lettere tutte sghembe di un bambino di prima elementare, che prova da solo a riscrivere quello che ha imparato e d’improvviso si trova di fronte la parola “albero”. In questo modo ha preso possesso dell’albero più che se lo avesse disegnato, perché grazie alla parola lo ha sottratto completamente al sistema “albero” e lo ha integrato nel sistema lingua. Se si limita a disegnarlo, l’albero, non è un albero nemmeno quello, ma a lui risulterà meno evidente.
Gli psicologi sostengono che una persona completamente muta non sarà in grado di disegnare. Solo la lingua, il sistema-lingua, è in grado di distinguere “tipico” e “atipico”. Il che però significa: chi non conosce la parola “albero” non è in grado di riconoscere nell’albero la tipologia dell’albero. La parola “albero” è un’affermazione importante a proposito di quelli che definiamo “alberi”.

[Peter Bichsel, Il lettore, il narrare, traduzione e cura di Anna Ruchat, Bologna, comma 22 2012, pp. 7-8]