Ernesto
Allora io non so che cosa dire, di queste foto, se non che cominciano con la montagna e finiscono col mare, e l’uomo di montagna ha la cravatta, le labbra, sembra, del meridionale, l’uomo di mare ha lo zaino, invece, la barba, il naso fine, una tracolla che sembra sia un fotografo, e in mezzo dei crani, ci sono molti crani, senza denti, e gli uomini dei crani sono quasi tutti calvi, e poi delle provette, no so come chiamarle, e la ragazza delle provette si mette a posto i capelli, con uno di quei gesti parassiti, che vivon su di noi, e poi il ragazzo degli scogli, le labbra strette, le orecchie piccole, giovane, elegante, non so perché vien da pensare alle donne che gli vorranno bene, e un bambino tira un pallone contro un muro, con i piedi, con un gesto che sembra un calciatore vero, e un uomo con quel cappellino sulla testa, degli ebrei, che sembra che lo guardi e rida, e rida di se stesso, quando faceva queste cose, e un altro sguardo parassita, guardar per terra, ragazza delle rocce, e gente, storta, intorno ad una statua, e sotto il cellulare, e tavoli di plastica, e un neo, e piante grasse, e ridere non troppo, turismo, e piccoli orecchini, e traffico, e generali in pensione, e le ragazze dei cavalli, con i fiori dietro, che fiori sono, margherite?, no, margherite no, e la statua va da una parte, e l’uomo della statua va dall’altra, e piante come fidanzati, collanine, arte moderna, porte, sentieri, caschi, e case che son tutte diverse e sembran tutte uguali, e gente uguale, gli metti in testa due mutande sembra uguale, e teschi, ancora, e specchi e bagni, e bottega, macchine, bambine, ragazza del parcheggio triste, uomini con smorfie come statue, e dopo basta, arrivederci.
[Ernesto Tuliozi, Il mondo di E. T., ritratti stereoscopici, Sassuolo, Galleria Paggeriarte, Piazzale della Rosa, da domenica 6 a domenica 27 novembre 2011, venerdì e sabato 16-20, domenica 10-13 e 16-20, apertura domenica 6 alle ore 16]