martedì 3 Aprile 2018
Restringendo il problema al fatto letterario (ma si può?), c’è poi da notare la nessuna preoccupazione degli scrittori italiani in ordine al farsi leggere, come se il lettore fosse un suddito e il libro un decreto (la legge non ammette ignoranza).
[Leonardo Sciascia, In Italia c’è un detective: Dio, in Il metodo di Maigret e altri scritti sul giallo, Milano, Adelphi 2018, p. 76]
martedì 20 Marzo 2018
Ma da tutti questi «gialli» che festonano le edicole, ci vien fatto di osservare come, in complesso, il prodotto tenda sempre più a snaturarsi, a perdere quella caratteristica di rompicapo o puzzle narrativo, spesso brillante e non privo di intelligenza, e ad assumerne altra che non è infine che quella di un sommario di gratuite atrocità e di ancor più gratuite rappresentazioni erotiche. Basta leggere Spillane, scrittore venduto con punte di tredici milioni di copie negli Stati Uniti, per vedere dove il romanzo poliziesco sia andato a finire. In un solo racconto abbiamo cocainomani, omosessuali, lesbiche, qualche casa equivoca, un tipo specializzato nel reclutare prostitute nei colleges; e infine, e questa sarebbe la gran trovata di Spillane, un poliziotto privato che non ha fiducia nelle giurie e che fa sbrigativamente giustizia dei colpevoli, con un gusto che davvero mette i brividi. Per questo poliziotto, che si chiama Mike Hammer, le donne si svestono con una frequenza e un entusiasmo tali da rendere scioccamente monotona la narrazione. Mai un libro ci ha dato tanta noia – se togliamo, per riguardo a quel che lo scrittore effettivamente è, Il conformista di Moravia. Siamo, insomma, all’insegna del divin marchese: e con tredici milioni di avventori.
[Leonardo Sciascia, Il metodo di Maigret e altri scritti sul giallo, Milano, Adelphi 2018, pp. 14-15]