Informazioni di uno del ramo

domenica 16 Settembre 2012

Egli aveva una sua teoria tutta particolare sui coralli. Secondo lui erano, come si è detto, animali marini che, in certo modo, solo per accorta modestia si fingevano alberi e piante, così da non essere attaccati o divorati dai pescecani. Era l’anelito dei coralli quello di essere colti e portati sulla superficie della terra dai palombari, essere tagliati, levigati e infilati per adempiere infine il vero scopo della loro esistenza diventare il monile di belle contadine. Solo lì, sul collo bianco e saldo delle donne, nell’immediata vicinanza dell’arteria pulsante, sorella dei cuori femminili, rinascevano a nuova vita, acquistavano splendore e bellezza ed esercitavano il loro innato magico potere di attrarre gli uomini e ridestare le loro voglie amorose. È vero che il vecchio Dio Geova aveva creato tutto da sé, la terra e suoi animali, i mari e tutte le loro creature. Al Leviatano, però, che si torceva sul fondo primevo di tutte le acque, Dio stesso aveva affidato per un certo tempo, cioè fino all’arrivo del Messia, il governo sugli animali e i vegetali dell’oceano, segnatamente sui coralli.
Stando a quanto è narrato qui, si potrebbe credere che il mercante Nissen Piczenik fosse noto come un tipo strampalato. Ma non era assolutamente così. La vita di Piczenik nella cittadina di Progrody era quella di una persona modesta, che non dava nell’occhio, i cui racconti sui coralli e il Leviatano venivano presi assolutamente sul serio, cioè come informazioni di uno del ramo, che doveva pur conoscere il suo mestiere, allo stesso modo che il mercante di tessuti sapeva distinguere le stoffe di Manchester dal percalle tedesco e il mercante di tè quello russo della famosa ditta Popoff dal tè inglese che l’altrettanto famoso Lipton forniva da Londra. Tutti gli abitanti di Progrody e dintorni erano convinti che i coralli sono animali vivi e che sulla loro crescita e condotta sotto il mare vigila il pesce primordiale Leviatano. Non c’era da dubitarne, dal momento che Nissen Piczenik in persona l’aveva raccontato.

[Joseph Roth, Il mercante di coralli, traduzione di Laura Terreni, Milano, Adelphi 2004, pp. 222-223]