E degli effetti divini dei loro escrementi
Il primo periodico che fonda – Monatsschrift zum Nutzen und Vergnügen – contiene nel primo numero una lunga analisi dei rischi legati ala fuga della popolazione dalla campagna alla città. E’ un’analisi medico-sociale.
Qui attribuisce al medico anche un ruolo politico.
L’urbanizzazione, scrive, è una minaccia medica con cause politiche. Le tasse, la paura di essere arruolati nell’esercito, l’assistenza sanitaria carente, l’alcolismo, tutto ciò concorre a creare un proletariato urbano, che un’assistenza sanitaria meglio organizzata tra i contadini potrebbe evitare. Offre un quadro sociologico freddo ma sostanzialmente inquietante di una Danimarca in piena decadenza; la popolazione in calo, le ricorrenti epidemie di vaiolo. Nota che “il numero dei mendicanti di origine contadina ha ormai superato le sessantamila unità”.
Altri articoli hanno per titolo “Della trasmigrazione delle anime”, “Delle zanzare”, “Dell’insolazione”.
Un testo pesantemente satirico “Apologia dei cani e degli effetti divini dei loro escrementi”, segna tuttavia la sua rovina. Il testo viene interpretato, e a ragione, come un attacco personale contro un noto medico di Altona che si era arricchito con un discutibile preparato contro la costipazione, estratto dagli escrementi canini.
La rivista viene soppressa.
[Per Olov Enquist, Il medico di corte, traduzione di Carmen Giorgetti Cima, Milano, Iperborea 2012 (6), pp. 130-131]