Betulla
Il vecchio vetturino soprannominato «Betulla» che apparteneva, si può dire, al Circolo, e che portava di notte i ritardatari a casa, ci raccontò che Pushkin, dopo una delle sue gite notturne alla villa Renaud, si dimenticò di pagarlo. L’indomani egli si presentò al «funzionario del Conte» chiedendo il danro. Pushkin stava rasandosi ed appena vide in camera sua l’insolente vetturino si precipitò verso di lui con il rasoio in mano. Il poveretto riuscì a stento a salvarsi. Il denaro gli fu naturalmente poi pagato, ma, con questi episodi, Pushkin riuscì ad ispirare, nella gente semplice, un certo senso di rispetto.
[P. Zelenetski, Notizie sul soggiorno di Pushkin a Kiscinev e a Odessa, in Il libro dei ricordi su Pushkin, traduzione di Alessandra Iljina, Milano, Muggiani 1945, p. 137]