giovedì 29 Ottobre 2015
Nel momento in cui leggo intensamente, avverto un leggerissimo sollevamento da terra, che può crescere fino alla sensazione dell’assenza di gravità: mi trovo in uno stato di ebbrezza che mi godo in seguito.
Mi accorgo anche che dopo aver letto intensamente un libro, rischio di avere degli incidenti. Inciampo per le scale, mi taglio un dito mentre affetto il pane, attraverso la strada senza badare al traffico, metto il piede in fallo salendo sul marciapiede. L’utilità della lettura, esaltata dalla scuola e dalla società, auspicata e incoraggiata dalla politica e dalla pubblicità, nel caso in cui mi rompessi una gamba, mostrerebbe un po’ la corda.
[Peter Bichsel, Il lettore, il narrare, traduzione e cura di Anna Ruchat, Bologna, Comma 22 2013, pp. 23-24]
giovedì 11 Giugno 2015
La gente comune se ne sta a casa e non la si incontra da nessuna parte.
[Peter Bichsel, Il lettore, il narrare, traduzione di Anna Ruchat, Bologna, Comma 22 2012, p. 33]
lunedì 1 Dicembre 2014
Signore e signori, cari amici, vi ringrazio. All’inizio avevo molta paura di voi ma siete stati molto gentili e io ho preso a volervi bene perché ho visto che vi si può raccontare delle storie. Avete fatto una cosa che tutti noi dovremmo fare molto di più: avete dato il vostro consenso alle mie storie. Il mondo sarebbe più bello se consentissimo al nostro fidanzato o alla fidanzata, alla moglie, al marito, ai figli… anche al vicino di raccontarci le loro storie.
[Peter Bichsel, Il lettore, il narrare, traduzione di Anna Ruchat, Bologna, Comma 22 2012, p. 71]
martedì 11 Giugno 2013
[Quando il signor Müller aveva comunicato a Peter Bichsel che aveva vinto il Grande Premio Schiller, il più importante premio letterario svizzero, Peter Bichsel ha scritto una lettera al signor Müller che, tra le altre cose, diceva così:]
E ancora una storia: una volta mi trovavo a Neuchâtel da Dürrenmatt, negli anni Sessanta, lui mi chiese se conoscessi Federspiel; disse che sarebbe arrivato alle due. Vidi così Federspiel per la prima volta. Arrivò con un gran mazzo di fiori, scese giù per il gradino, andò verso Lotti e stava per porgerle i fiori. La signora Dürrenmatt disse: «Oh, signor Federspiel, non doveva!» «Come sarebbe a dire, non dovevo?» esclamò Federspiel e gettò i fiori giù per il pendio. Dürrenmatt si divertì un mondo e Federspiel si voltò verso di me e disse: «Ecco finalmente, allora sei tu Bichsel? Sabato prossimo mi sposo, vuoi venire anche tu?» Lo vidi per la seconda volta quattro giorni dopo, al suo matrimonio ed eravamo già buoni amici.
Raccontare storie ha spesso a che fare, anche in letteratura, con l’imbarazzo. Dunque, caro signor Müller, Lei non doveva! Ma adesso non lo butti via il mio premio, me ne rallegro infatti e il 17 maggio verrò ed entro quella data sarò anche riuscito a ritrovare, almeno in parte, un contegno.
[Peter Bichsel, Il lettore, il narrare, traduzione e cura di Anna Ruchat, Bologna, Comma 22 2012, p. 75]