domenica 5 Maggio 2024

Dopo poi ero tornato a casa, e, come nelle favole russe, che bisogna provare tre volte per riuscire a fare una cosa, mi ero ricordato, avevo preso mia figlia le avevo detto: «Ascolta, Irma, adesso ti dico una cosa e te mi dici quello che capisci».
«Va bene», mi aveva detto lei.
E io le avevo detto: «Ei fu, siccome immobile, dato il mortal sospiro, stette la spoglia immemore, orba di tanto spiro», e poi le avevo chiesto: «Cos’hai capito?».
E lei ci aveva pensato un po’ e poi mi aveva detto: «Eh, che lui è lì, in piedi, che gioca a memory respirando».
Ecco.

martedì 14 Novembre 2023

E qualche anno dopo, nel 2016, ho tradotto un racconto di Leskov che si intitola A proposito della sonata a Kreutzer, che è un racconto che comincia nel febbraio del 1881, il giorno del funerale di Dostoevskij, con l’io narrante, lo stesso Leskov, che va al funerale, poi torna a casa e si presenta da lui una donna velata che gli dice di averlo visto al cimitero, e che la persona che hanno appena accompagnato all’altro mondo era il suo confidente, di lei, e adesso lei ha bisogno di confessare a lui, a Leskov, una cosa che la tormenta e di chiederli un consiglio.
Leskov ha paura che sia una donna implicata in questioni politiche ma, è gentile, le dice «Va bene, mi dica».
Lei gli dice: «Io ho tradito mio marito».
Leskov è sollevato, ma le dice una cosa del tipo «Eh, e io come la posso aiutare?»
«Mi dica, glielo devo dire?»
Leskov non sa cosa rispondere e le chiede «Ma lo ama?».
«Se lo amo. Questa è, sa?, una parola strana, che tutti pronunciano ma pochissimi sanno che cosa vuol dire – dice la donna –. Amare è come se significasse essere destinate alla poesia e alla virtù. Ma di questo sentimento sono capaci in pochissimi. Le nostre contadine, invece della parola amare, usano la parola compatire. Non dicono: mi ama, dicono: mi compatisce. Secondo me è molto meglio, è una definizione più semplice. Amare – compatire significa amare in senso quotidiano».
[Domani, a Genova, con Laura Salmon parliamo di guerra, di traumi e di affetti (clic)]

venerdì 17 Giugno 2022

Mi hai assegnato due compiti: 1) Non telefonarti. 2) Non vederti.
Adesso sono un uomo impegnato.
Viktor Šklovskij
[Domani, a Venezia, Come parliamo quando parliamo d’amore, discorso sul sentimento]
domenica 19 Dicembre 2021

Quand’ero piccolo, mia nonna e mia mamma mi chiamavano “Nàni”, che è una parola che a me, ancora oggi, mi commuove, e che in italiano non c’è e che esprime un affetto che in italiano non si riesce a dire, secondo me.
[Mercoledì 22 dicembre, a Pistoia, Biblioteca di San Giorgio, leggo Come parliamo quando parliamo d’amore]
martedì 29 Dicembre 2020
Martedì 29 dicembre,
alle 9 e 35,
su Radio Rock,
parliamo,
con Emilio Pappagallo,
dei Russi sono matti
(e di Chadži-murat, forse)
martedì 29 Dicembre 2020
Martedì 29 dicembre,
alle 19,
sul mio profilo Instagram,
leggo
Come parliamo quando parliamo d’amore,
che è un discorso sul sentimento
che è diventato l’appendice
alla nuova edizione dei
Russi sono matti
(puntata lunga, dura 50 minuti)
lunedì 28 Dicembre 2020

Non si dice, in parmigiano, sono stato felice, si dice «A ston stè ben», son stato bene, così come non si dice, in dialetto parmigiano, «Ti amo», si dice «At voj ben», ti voglio bene, e «A mor», in dialetto parmigiano, non significa Amore, significa «Io muoio», che è proprio un po’ un’altra cosa.
[Domani, martedì 29 dicembre, alle 19, sul mio profilo Instagram, discorso sulla lingua del sentimento, che è l’appendice alla nuova edizione dei Russi sono matti]
martedì 17 Novembre 2020

Una volta Gogol’ si è travestito da Puškin, è andato da Puškin e ha bussato. Puškin gli ha aperto e ha gridato «Ve’, Arina Rodionovna, sono arrivato!».
[Esce oggi la nuova edizione dei Russi sono matti, ne parlo in diretta sul mio profilo Instagram alle 19]
martedì 17 Novembre 2020
Martedì 17 novembre,
alle 19,
provo anch’io a fare una diretta sul mio profilo
Instagram, non si sa mai che ci riesca.
domenica 15 Novembre 2020
Mi ha scritto un signore sloveno, mi ha detto che ha letto I russi sono matti, che ha saputo che ho curato diversi repertori di matti e che non si è stupito perché Nori, in sloveno, mi ha detto, significa «Matti».