Un esperimento
Volevo scrivere una cosa che non fa ridere e è difficilissimo, appena uno pensa che non deve ridere ride, anche senza scrivere niente.
Volevo scrivere una cosa che non fa ridere e è difficilissimo, appena uno pensa che non deve ridere ride, anche senza scrivere niente.
E mi chiedevo Il mio comprensorio, dov’è che finisce, il mio comprensorio?
Non trovavo più gli occhiali, erano in lavatrice, dentro un lenzuolo. Funzionano ancora.
Ci son dei giorni, le mie pastiglie, io prendo cinque pastiglie al giorno, ci son dei giorni che mi vien da prendere alle otto di sera tutte le pastiglie per il giorno dopo. Così mi metto avanti, penso.
È già la seconda volta in due giorni che mi sento dire, in una conversazione telefonica: «Chi sono io, per giudicare?».
Mi piacerebbe scrivere un libro come Les essais di Montaigne dove metto a nudo la mia anima solo che, il problema, secondo me, sarebbe che la mia anima, nuda, non lo so se è tanto bella; per esempio, a esser sinceri, le belle giornate, una cosa che trasforma una giornata normale in una bella giornata, per me, la maggior parte delle volte, non è un evento atmosferico o sentimentale, è un bonifico, dovrei dire, se fossi sincero, allora questa cosa scriverla in un saggio come Les essais di Montaigne non lo so se sarebbe un bel saggio, mi viene il dubbio di no.
Non so perché mi viene in mente: A braccia aperte incontro al disastro. Non so perché. Sono a casa. Seduto al tavolino. Con le mani sul computer.
Mi chiedevo come han fatto, il primo che è morto per i funghi avvelenati, come hanno fatto a capire che era morto per i funghi avvelenati. Non so perché.
La mia vicina di autobus, stamattina, tirava su col naso. Non è bello, al mattino, uno vicino che tira su col naso. E fuori dall’autobus, stamattina, dietro i vetri grandi, c’era una luce, sembrava quella poesia di Baldini, quella che dice D’estate caldo, un sudaticcio, zanzare, no, mi piace l’inverno a me, quelle belle giornate col sole, un’aria che taglia, le pozzanghere ghiacciate, e gli alberi senza foglie, che ogni tanto tra i rami si vede un nido.
Stamattina, nell’anticamera del mio dottore c’era una rivista che si chiama F, che costa un euro, c’era scritto, che in copertina, la prima notizia a sinistra era questa: «Donne coraggiose: “Mio marito mi ha dato fuoco ma non mi ha tolto il sorriso”». E ce n’era un’altra che si chiama Il mio papa che la prima notizia in alto, c’era il disegno di un orologio in bianco e nero con scritto: «L’orologio di plastica che il papa consulta sempre».