Il compagno Longo

venerdì 4 Maggio 2018

[Mi è arrivata a casa la nuova edizione della guida del Touring di Mosca e San Pietroburgo, con dei miei contributi, se così si può dire, su alcuni luoghi letterari nelle due città, e sulla letteratura russa in generale, tra i quali questo pezzettino su Mosca–Petuški]

In questo romanzo il protagonista dice di essere stato in Italia, ospite del segretario del Partito Comunista Italiano, il compagno Longo, e che gli italiani sono stranissimi, non fanno altro che cantare e dipingere. «Uno, per dire, sta in piedi e canta. E un altro, lì vicino, sta seduto e fa il ritratto a quello che canta. E un terzo, a una certa distanza, canta di quello che fa il ritratto. Ti vien su una tristezza. E loro la nostra tristezza non la capiscono…».

Col fazzoletto in testa

sabato 14 Aprile 2018

Puškin era molto affezionato alla sua njanja, la sua bambinaia, Arìna Rodiònovna, che era una serva della gleba e che gli ha insegnato una lingua che era parlata e compresa dalla stragrande maggioranza dei russi, ma che non aveva una letteratura. Puškin ha usato questa lingua per fondare la letteratura russa moderna, le ha dato una dignità letteraria, ha usato, per primo, questo strumento così duttile, così tenero e così violento, dando il via a una stagione letteraria stupefacente. Qualche decennio dopo Ivan Turgenev dirà: «Puškin da solo, ha dovuto fare due lavori che, in altri paesi, sono stati fatti a distanza di interi secoli, e anche di più, vale a dire: organizzare una lingua, e creare una letteratura».
[…]
Oggi è impossibile fare un giro in città senza incrociare la casa dove ha abitato Iosif Brodskij, o il palazzo dove il critico Belinskij ha letto Povera gente, il primo romanzo di Dostoevskij, e ha pensato che fosse comparso un nuovo Gogol’, o la casa dove Daniil Charms ha scritto le celebri frasi: «Quando compri un uccello, guarda se ci sono i denti o se non ci sono. Se ci sono i denti, non è un uccello», o l’ippodromo dove c’è stata la corsa a ostacoli dove Vronskij è caduto, e Anna Karenina è scoppiata a piangere, e Karenin, il marito, ha capito che c’era qualcosa che non andava, o il teatro dove, nel 1836, c’è stata la prima del Revisore di Gogol’ che cominciava con un’avvertenza, «Non è colpa dello specchio, signori, se le vostre facce sono storte», e che aveva fatto dire allo zar Nicola, «L’autore ne ha avuto per tutti, e soprattutto per me». Tutte questi avvenimenti, e tutte queste opere letterarie, e migliaia di altri avvenimenti, e migliaia di altre opere letterarie, esistono grazie a quell’intuizione di Puškin e grazie, anche, alla pazienza della sua njanja, Arina Rodionovna, alla quale, a Pskov, hanno dedicato un monumento, dove viene ritratta vestita da contadina, col fazzoletto in testa e gli stivali di corteccia di betulla ai piedi che a vederla non lo diresti mai, che lei è la causa della grande letteratura russa.

[È uscita la nuova edizione della guida del Touring di Mosca e San Pietroburgo, con una parte che ho scritto io, su alcuni luoghi della letteratura nelle due città]

Mosca e San Pietroburgo

lunedì 18 Settembre 2017

Devo scrivere delle cose per la guida del Touring di Mosca e San Pietroburgo, e la prima cosa che ho scritto è che quando uno va in Russia, una delle prime cose che lo colpisce è la differenza del cielo, rispetto al cielo italiano e, se ha letto Chlebnikov, c’è il caso che gli vengano in mente quei versi di Velimir Chlebnikov: «Poco, mi serve: una crosta di pane, un ditale di latte, e questo cielo, e queste nuvole».