Invece
Invece trovo Max travestito da musicista, tranne per il fatto che porta il codino e che la sua mano di plastilina si tramuta in mille dita che si animano sul manico di una chitarra elettrica. A un certo punto dice: «Quando ero ragazzo ogni volta che incontravo una ragazza non succedeva mai come nelle canzoni. Non ho mai scritto una canzone d’amore. Non bisogna dire bugie ai kids».
Alcuni anni dopo vengo a sapere che si trattava di Frank Zappa. Tra tutti gli idoli che già allora venivano proposti al mercato della gioventù affinché questa si esaurisse lontano da se stessa e invecchiasse quanto prima, lui fu l’unico che ammiravo per il suo rifiuto di essere uno di loro, pur avendo più talento di quasi tutti gli altri.
[Grégoire Bouiller, Rapporto su me stesso, traduzione di Paola Vallerga, Milano, Isbn 2009, p. 69]