venerdì 24 Giugno 2022
Ho sentito stamattina l’economista russo Aleksandr Gabuev che diceva che in Russia la domanda più importante non è Che fare? o Di chi è la colpa?, ma Mi rispetti?
E mi è tornato in mente questo pezzetto dalla grande Russia portatile:
Quando siete a cena con dei russi, e bevete, e poi bevete ancora, e poi bevete ancora, e poi bevete ancora, e poi bevete ancora, e poi un russo che è a tavola con voi, e che è un uomo grande, che ha una famiglia, e un suo lavoro, e magari è lavoro come si deve, che magari fa il pittore, o l’editore, o il professore universitario, e magari l’avete conosciuto quella sera lì, be’, è possibile che questo signore, dopo aver bevuto per tutta la sera, vi appoggi la testa sulla spalla e vi chieda «Ty menja uvažaeš’?», che significa «Mi rispetti?».
sabato 22 Giugno 2019
I russi, per un certo periodo, alla fine dei film ci scrivevano Konec fil’ma, Fine del film, significa, perché ai russi piace essere chiari, e se alla fine di un film ci avessero scritto Конец, e basta, Fine, avrebbero pensato che poi gli spettatori, magari occidentali, avrebbero potuto immaginarsi che quel Конец, Fine, non fosse la fine del film, ma magari la fine di qualcos’altro, non so, di uno spettacolo teatrale, o di un musical, meglio essere chiari, Конец фильма, Fine del film, Конец книги, Fine del libro, nel nostro caso, ma adesso è presto, abbiamo appena cominciato.
[Stasera, a Bra, all’Artico Festival, l’ultima presentazione (forse) della Grande Russia portatile, grazie a Andrea Dellapiana, dopo tanti anni ce l’abbiamo fatta]
martedì 11 Giugno 2019
Martedì 11 giugno,
a Milano,
alle 18 e 30
alla Feltrinelli di Piazza Duomo,
presento La grande Russia portatile
e il viaggio
(Feltrinelli Boscolo)
La Pietroburgo letteraria
(con Gabriella D’Ina).
domenica 2 Giugno 2019
Domenica 2 giugno
a Carpi,
alla festa del racconto,
alle 12 e 30,
al chiostro San Rocco,
parlo della
Grande Russia portatile
con Alessandro Beretta
lunedì 6 Maggio 2019
Dopo poi ero tornato a casa, avevo preso la Battaglia, le avevo detto: «Ascolta, adesso ti dico una cosa e tu mi dici quello che capisci».
«Va bene», mi aveva detto lei.
E io le avevo detto: «Ei fu, siccome immobile, dato il mortal sospiro, stette la spoglia immemore, orba di tanto spiro», e poi le avevo chiesto: «Cos’hai capito?».
E lei ci aveva pensato un po’ e poi mi aveva detto: «Che lui è lì, in piedi, che gioca a memory respirando».
Ecco.
[Grande Russia portatile, Milano, Salani 2018]
venerdì 3 Maggio 2019
Venerdì 3 maggio
a Palermo,
alla libreria Modus Vivendi,
in via Quintino Sella, 79
alle ore 18:30,
La grande Russia portatile
sabato 23 Marzo 2019
Sabato 23 marzo,
a Lugano,
al Turba,
in via Cattedrale, 11
alle 20,
la Grande Russia portatile.
venerdì 22 Febbraio 2019
Venerdì 22 febbraio,
a Milano,
alle 19,
alla libreria Open,
in viale Monte Nero, 6,
con Tino Mantarro
parliamo di
Gogol’ maps
(e della Grande Russia portatile, un po’,
e della Guida del Touring
di Mosca e Pietroburgo, un po’)
giovedì 21 Febbraio 2019
Il mio meccanico, mi ricordo, che aveva messo a punto la macchina prima del viaggio, quando me l’aveva consegnata mi aveva dato anche un cacciavite a stella e mi aveva detto «Se la macchina a un certo punto si ferma, tu parcheggi da un lato della strada, scendi, prendi questo cacciavite, sviti le targhe, sia quella davanti che quella di dietro, e la macchina la lasci lì. L’importante è che porti indietro le targhe».
Il giorno prima di partire, mia nonna mi aveva preso da parte, mi aveva dato cinquantamila lire e mi aveva detto «Tieni, per comprare qualche birretta lungo la strada».
A Mantova, mi ero già perso. C’eran degli svincoli, delle deviazioni, di quei cartelli gialli che dicono Deviazione, e io avevo seguito quelli e non sapevo più dove andare. Dopo poi mi ero orientato. Avevo dormito la prima volta poco prima di Vienna.
Dormivo in macchina, e avevo una sveglia, con me, ma la tenevo girata, e quando mi svegliavo, se era notte, non sapevo mai quanto sarebbe durata la notte, poteva durare un’ora come otto ore.
Adesso non lo so com’è, ma a Bratislava, nel ‘95, cambiava lo spazio, le facce degli uomini, la strada, i bambini spettinati andavano a scuola e indicavan la macchina e facevan la lingua.
Ho parlato solo con dei benzinai e con dei poliziotti e con degli addetti alla dogana, e, una volta, mi avevan fermato, in dogana, era la prima volta che vedevano una due Cavalli, e si eran molto meravigliati per come era stretta, e mi avevano chiesto «Ma voi, in Italia, avete le macchine strette perché le strade son strette?».
E poi quando ero arrivato, sul Bol’šoj prospekt dell’isola Vasilevskij di San Pietroburgo, nel 95, avevo parcheggiato la macchina davanti alla casa del mio amico che mi avrebbe ospitato, che si chiama Tim, e lui mi aveva detto che aveva visto un bambino, che era passato lì davanti, per mano a suo babbo, aveva indicato a suo babbo la mia macchina e gli aveva detto «Eto budet moja mašina» (Questa sarà la mia macchina).
E niente, poi son son stato lì due mesi poi son tornato a casa.
E, prima ancora di tornare a casa, fin da quando ero lì, in Russia, non che sia importante, ma quello è stato il momento che ho cominciato a scrivere.
Quella cosa che ho scritto qua sopra: «Il giorno prima di partire, mia nonna mi aveva preso da parte, mi aveva dato cinquantamila lire e mi aveva detto Tieni, per comprare qualche birretta lungo la strada», l’ho scritta il primo giorno che mi son messo a scrivere per raccontar delle cose, nel mese di luglio del 1995, come se fosse un racconto autonomo che si intitolava Storia delle birrette, se può interessare, e dopo, quando sono tornato, non ho più fatto altro, praticamente, nella mia vita, più o meno, di scrivere dei racconti come Storia delle birrette.
[La grande Russia portatile, domani, a Milano, alla Open, con Tino Mantarro]
martedì 11 Dicembre 2018
Martedì 11 dicembre,
a Milano,
all’Associazione Italia Russia,
alle 18 e 30,
Via Giulio Natta, 11
La grande Russia portatile
e Gogol’ maps