Il più grande dono
Uno che era nato a Vergaio una sera del 1999 a Los Angeles viene chiamato da Sofia Loren sul palco al grido di “Robertooooo” e lui balza sulle sedie del teatro come un grillo rischiando di calpestare le teste di gente come Spielberg e co.. Salta a piedi uniti raggiungendo il palco abbraccia la Sofia nazionale prende la statuetta e ringrazia: “Grazie, grazie, I am so habby”, diceva con il suo inglese stentato, “Voglio abbracciare tutti. Grazie! Grazie! Io voglio essere cullato dalle onde della vostra bellezza. Venite qui. Questo è un momento di gioia e voglio baciarvi tutti perché voi siete l’immagine della gioia. Qui si bacia la gioia mentre vola – lascia un eterno sorgere – disse il poeta. Ed è meraviglioso essere qui. Meraviglioso, mi sento di tuffarmi in questo oceano di generosità, è troppo. La vostra generosità, è questa, come si dice quando la pioggia è una grandine di gentilezza e di gratitudine per voi. E mi piacerebbe molto ringraziare tutti coloro che hanno fatto il film perché, senza di loro, non avrei potuto volare, tutti coloro che lo hanno fatto, il produttore, lo sceneggiatore, Gianluigi Braschi, Nicola Piovani, Vittorio Cechi Gori, Harvey Weinstein, Miramax film, grazie mille per ciò che avete fatto. E inoltre mi piacerebbe ringraziare i miei genitori a Vergaio nel piccolo paese in Italia in cui loro mi hanno dato il più grande dono, la povertà e io voglio ringraziarli per il resto della mia vita. Davvero, grazie mama e papo. Grazie! E grazie a voi per il vostro amore, perché, se io sono qui, è perché la gente ama il film così c’è sempre il tema dell’amore. Vorrei dedicare questo premio a quelli che non sono più qui, hanno dato la loro vita in modo tale che possiamo dire “la vita è bella”.
E mi piacerebbe dire anche, un bacio a Giorgio, il bambino. Siccome stiamo parlando di amore, Dante disse “l’amor che muove il sole e le altre stelle” e l’amore è divino, e a volte se si ha fede, come tutte le divinità, può apparire. Questo il motivo per cui voglio dedicare questo premio a Nicoletta Braschi.”
[Dal Repertorio dei matti della città di Prato, che presentiamo oggi al Gradisca di Prato]