venerdì 9 Agosto 2013
Lo stesso Golovan non se ne preoccupava e se lo interrogavano con troppa insistenza a proposito della sua parrocchia, rispondeva: – Io sono della parrocchia del Creatore Onnipotente. – Ma di questa chiesa non v’era traccia in tutta Orel.
Jiliatt, in risposta a chi gli domandava dove fosse la sua parrocchia, si limitava a sollevare in alto un dito e segnando il cielo diceva: «Ecco, là!». La sostanza delle due risposte è la medesima.
[Nikolaj Leskov, Golovan l’immortale, traduzione di Claudia Piovene Cevese, Milano, Tranchida 1993, p. 63]
martedì 6 Agosto 2013
Era quasi un mito; la sua storia, leggenda. Ci vorrebbe un francese per raccontare di lui, perché solo le persone di quel Paese riescono a spiegare agli altri ciò che essi per primi non capiscono. Dico questo allo scopo di accattivarmi l’indulgenza del lettore per le gravi manchevolezze del mio racconto, che riguarda un personaggio la cui storia meriterebbe la penna di uno scrittore ben più abile di me. Ma Golovan potrebbe venire ben presto dimenticato e sarebbe una perdita grave. Golovan merita tuta la nostra attenzione, e anche se non lo conosco tanto bene da poterne tracciare un ritratto compiuto tuttavia raccoglierò e presenterò alcuni aspetti di questa umile creatura mortale, che seppe guadagnarsi la fama di immortale.
[Nikolaj Leskov, Golovan l’immortale, traduzione di Claudia Piovene Cevese, Milano, Tranchida 1993, p. 23]