Cosa vuoi fare

giovedì 3 Dicembre 2015

E mi ricordo benissimo quando preparavo gli esami russo uno e russo due, all’università, che passavo le giornate a leggere e a rilegger dei libri e se mi avessero chiesto Cosa vuoi fare, tu, nella tua, vita, avrei risposto preparare gli esami russo uno e russo due, all’università.

Oneghin

venerdì 10 Maggio 2013

La lettura di Ermanno Cavazzoni dell’Eugenio Oneghin di Puškin, nella traduzione di Ettore Lo Gatto, fatta al circolo dei lettori di Torino il 5 febbraio del 2013 dentro la rassegna Gli inabbracciabili: Clic.

La morte

lunedì 29 Aprile 2013

Qui (clic) si trova la registrazione della lettura musicata della Morte di Ivan Il’ič di Tolstoj che abbiamo fatto, con Carlo Boccadoro, a Torino, al circolo dei lettori, alla fine di gennaio, dentro una rassegna che si chiamava Gli inabbracciabili.

22 gennaio – Torino

martedì 22 Gennaio 2013

Martedì 22 gennaio,
a Torino,
in via Bogino 9,
al circolo dei lettori,
dentro una rassegna che si chiama
Gli inabbracciabili,
leggo La morte di Ivan Il’ič,
di Lev Tolstoj,
con Carlo Boccadoro, al piano,
che suona della musica (russa).

Inabbracciabili

domenica 20 Gennaio 2013

Nel 1884, quando aveva 56 anni, e aveva già avuto tredici figli, e aveva già scritto Guerra e Pace, e Anna Karenina, e del suo insegnamento avevan già fatto una specie di religione che avrebbe influenzato, tra gli altri, anche Ghandi, Lev Nikolaevič Tolstoj ha scritto: «Se c’è qualcuno che dirige le cose della vita, vorrei rimproverarlo. È troppo difficile e spietata».
E questa cosa, quando uno la legge, ha delle conseguenze.
Io, per esempio, l’ho letta lunedì 14 gennaio, prima di addormentarmi, e il giorno dopo, martedì 15, quando sono andato a farmi riparare il computer, intanto che aspettavo che i gentilissimi riparatori di computer da cui vado finissero di ripararmelo, mi son seduto sulla seggiolina imbottita che c’è nel loro negozio, ha appoggiato la schiena e la testa, ho sospirato e ho pensato che tutto quel vuoto, intorno, faceva impressione.
C’era freddo, e era un periodo, quattro giorni fa, che avevo a che fare con una specie di marcia indietro che ogni tanto, ciclicamente, mi sembra mi guidi, e avevo questa sensazione di vuoto, di niente, di silenzio, di giornate senza parlare con nessuno, e mi era tornata in mente la frase che avevo letto il giorno prima e che Lev Tolstoj aveva scritto nel 1884, a 56 anni: «Se c’è qualcuno che dirige le cose della vita, vorrei rimproverarlo. È troppo difficile e spietata».
E che i libri, mi era tornato in mente, quelli belli, e gli scrittori, quelli bravi, fan questo effetto che, non so come dire, ti feriscono.
E mi era venuto in mente Giorgio Manganelli, che in un pezzetto inedito recentemente pubblicato in rete dalla figlia Lietta scriveva: «Un grande libro è terribile, perché la sua storia dentro di noi non si spegnerà mai; e sarà la storia della nostra libertà. Una biblioteca è molte, strane, inquietanti cose; è un circo, una balera, una cerimonia, un incantesimo, una magheria, un viaggio per la terra, un viaggio al centro della terra, un viaggio per i cieli; è silenzio, ed è una moltitudine di voci; è sussurro ed è urlo; è favola, è chiacchiera, è discorso delle cose ultime, è memoria, è riso, è profezia», ha scritto Manganelli, e io, in questi ultimi mesi, è una cosa che mi viene in mente spessissimo, insieme a un’altra cosa, che ha scritto Lev Tolstoj quando aveva 56 anni che mi viene in mente spesso in questi ultimi giorni e insieme a una cosa che ha scritto Velimir Chlebnikov, che mi è venuta in mente spessissimo da quanto l’ho letta, più di venti anni fa: «La legge delle altalene prescrive / che si abbiano scarpe ora larghe, ora strette. / Che sia ora notte, ora giorno. / E che i signori della terra siano ora il rinoceronte, ora l’uomo». Continua a leggere »