Scircondato

giovedì 10 Ottobre 2013

Unknown

 

 

 

 

 

 

 

 

Giuseppe Verdi, nella hall dell’hotel de Milan di Milano, seduto in poltrona fuma un sigaro e legge un giornale. Non succede mai niente in questo regno piccolo. Viva Vittòre Manuele Re d’Italia! Dico così ma in realtà significa viva me. Ci vorrebbe un regno più grande.

Canterella Sembro monarchico, sembro monarchico. Ma non è vero, ma non è vero. Si toglie l’orologio dal panciotto, lo guarda Quando arriva? Viva Vittòre Manuele Re d’Italia. Canterella Son egomaniaco, son egomaniaco, tralalalà, tralalalà. Si alza in piedi comincia a andare avanti e indietro per la hall dell’hotel de Milan di Milano Viva Vittòre Manuele Re d’Italia.

Io che so tutto ho letto tutti i libri di mare di terra e di aria ho letto tutte le opere ho letto anche quell’austriaco quel Frund l’ho letto tutto anche le cose che non ha mai scritto, io che so tutto guarda te. Io che conosco tutto tutte le musiche tutti i regni da qui all’avvenire so tutto di tutto son scircondato da jente che non sanno gnente, scircondato, son.

Io cogniosco tutte le mie malattie anche quelle che devono ancora inventare monomìa, egomanìa, scizofrenìa, gnientemanìa, tuttomanìa, pocomanìa, moltomanìa, polimanìa, destromanìa, sinistromanìa, vivavittorioemanuelereditaliomanìa, tutte. Non solo quelle italiane anche le estere allmanìa, nothingmanìa, alotmanìa, afewmanìa godsavevictoremanuelkingofitalymanìa, beaucoupmanìa, peumanìa, droitmanìa gauchemanìa, vivevitoiremanuelroiditaliemaìa guarda che roba. Ciò neanche uno spartito, se no scrivevo due note mi calmavo.

Qui si fa l’Italia, o si muore. Io so tutto so tutte le frasi storiche del futuro del passato, io non lo so, come mai proprio a me tutte queste conoscense, non ho fatto aposta, io a forza di scriver le musiche poi m’è sucesso ho imparato tutto tutto d’un botto siamo in anticipo, cosa facciamo? Ripassiamo l’alfabeto: A, Bi, Ci, Di, E, Effe, Gi, Acca, I, Elle, Emme, Enne, O, Pi, Qu, Erre, Esse, Ti, U, Vi, Zeta. Ics, Doppio vu, Ipsilon. Doppio vu. Vi, Vu. Viva Vittòre Manuele re d’Italia.

Son qui aspetto Goito. Intanto non so cosa fare. Io quasi quasi torno in camera scrivo l’Aida. O la deve scriver Puccini, l’Aida? Non mi ricordo. Io ciò una memoria, sono un po’ disordinato, con la memoria. Che prendo tutto ma faccio fatica mettere a fuoco siamo in anticipo, cosa facciamo? Ciò neanche uno spartito. Se avevo uno spartito, almeno. Uno spartitino, scrivevo l’ouverture della Turandot mi calmavo. Invece no, sempre il cervello in movimento sempre Pà pà, papa papà pà pà, papapapà papà, papapapapà, papapà, papapà, papapà. Questo l’ho rubato al futuro, l’ho sentito una volta allo stadio mi piaceva da matti, gliel’ho fregato l’ho messo nel Falstaff. O era la Turandot? No, la Turandot la devo ancora scrivere.

Non succede mai niente, questo regno piccolo, dovevano allearsi con i tedeschi, io gliel’avevo detto, alleatevi con i tedeschi invece. Facciamo da soli facciamo da soli, dopo leggi i giornali non succede mai niente. Eeeeeh, io non lo so. Almeno se veniva Goito. Ripassavamo insieme.

Goito, gli dicevo, Sì Maestro. Quante opere scriviamo, Goito? Trentatre, Maestro. Bravo, Goito. Grazie, Maestro. Goito. Sì. Viva Vittorio Emanuele… Re d’Italia. Bravo Goito, Grazie Maestro. Goito? Sì. Pà pà, papa papà pà pà, papapapà papà, papapapapà… Papapà, papapà, papapà. Bravo Goito. Grazie Maestro. Goito? Sì Cosa scriviamo adesso Madama? Madama Butterfly, Maestro. Bravo Goito. Goito? Sì Maestro. Cosa scriviamo dopo La gazza? Che gazza, Maestro? La gazza ladra, Goito. No, maestro, quella la scrive Puccini. Ah, Puccini, aah. Capito.

Proprio una noia proprio una noia. Almeno avevo uno spartito la carta da musica. No no no no, ma io non ci sto qua. No no no no no io adesso ripasso una poesia poi vado via, impazientomanìa. Una volta nella Parma c’era un guardiacaccia, noi gli abbiamo infilato su per i buchi del naso due noci moscate. Eravam giovani. Dopo abbiam fatto la grigliata, è venuta un po’ bruciata. Tralalala, tralalalà, allora, allora, ripassiamo la poesia. Gli uomini l’arme i cavalieri io canto no, è troppo lunga. Facciam quell’altra, Comèdia. Otto uomini seduti su una sedia, è finita qui la mia comèdia, inchino.