venerdì 26 Gennaio 2018
tanto è tutta roba che, lo so, non serve a niente, ma se dovessimo buttare via tutto quello che, tutto quello che non serve a niente, non si può, neanche a volere, non si può, uno sguardo, per dire, incontri una bella ragazza, la guardi, a cosa serve? alla televisione, stai a vedere i campionati europei d’atletica, i cento metri, i duecento metri, i quattrocento a ostacoli, il salto in alto, a cosa serve? o quando vengo giù dalla Marecchia, che è già notte, vedo San Marino e Verucchio che è tutta una luce, delle volte mi fermo, si sentono tanti di quei grilli, a cosa serve?
[Raffaello Baldini, La fondazione, traduzione di Giuseppe Bellosi, Torino, Einaudi 2008, p. 53]
martedì 12 Luglio 2016
Domani, 13 luglio, a Bologna, alle 21, alle Serre dei Giardini Margherita, Giuseppe Bellosi legge Raffaello Baldini, consiglio molto.
giovedì 6 Dicembre 2012
Clic
mercoledì 28 Novembre 2012
IL MONDO
Secondo me si potrebbe, essere tanti, ma tanti, diciamo
che ci sono stati degli sbagli, la prima volta, si sa,
che non ne ha colpa nessuno, è andata così,
e ricominciare tutto da capo.
(Nel 1995, quando è uscita, per Mondadori, la prima edizione di Ad nòta, terza raccolta poetica di Raffaello Baldini, Pier Vincenzo Mengaldo ha scritto «Se non restasse ancora vivo il pregiudizio pigro per il quale un poeta in dialetto è un “minore”, anche quando è maggiore, Raffaello Baldini sarebbe considerato da tutti quello che è, uno dei tre o quattro poeti più importanti d’Italia».
Ecco, oggi, nel 2012, 17 anni dopo, oggi che quella raccolta, esaurita da anni, è introvabile, noi di questa minuscola casa editrice elettronica che si chiama Sugaman, siamo così stupefatti e contenti di poter ripubblicare questo libretto, che la nostra contentezza non si può dire, possiamo solo ringraziare Giuseppe Bellosi, per la cura che ha messo in questa nuova edizione, e gli eredi di Baldini per averci dato la possibilità di rendere di nuovo disponibile, in formato elettronico, questa meraviglia che adesso, è incredibile, la possono leggere tutti)
[Sta per uscire per Sugaman]
lunedì 1 Novembre 2010
Letto da Giuseppe Bellosi nel cortile del museo Guatelli e nel cortile della biblioteca civica di Parma clic.
venerdì 11 Giugno 2010
tanto è tutta roba che, lo so, non serve a niente, ma se dovessimo buttare via tutto quello che, tutto quello che non serve a niente, non si può, neanche a volere, non si può, uno sguardo, per dire, incontri una bella ragazza, la guardi, a cosa serve? alla televisione, stai a vedere i campionati europei d’atletica, i cento metri, i duecento metri, i quattrocento a ostacoli, il salto in alto, a cosa serve? o quando vengo giù dalla Marecchia, che è già notte, vedo San Marino e Verucchio che è tutta una luce, delle volte mi fermo, si sentono tanti di quei grilli, a cosa serve?
[Raffaello Baldini, La fondazione, cit., p. 53; domani, sabato 12 giugno, lettura integrale di Giuseppe Bellosi al Museo Guatelli, alle ore 20 apre il museo, alle 21 comincia la lettura]
martedì 13 Aprile 2010
e io tutta questa roba che tengo da conto, anch’io, in fondo, secondo me, è per durare un po’ di più, perché questa roba dura, metti le scatole delle scarpe, io ne ho, e beh le tengo da conto tutte, che tengono posto, ma tengono anche botta, quello è cartone, quello hai voglia a marcire, se non c’è l’umidità, me io le tengo di sopra, che c’è un asciutto, e poi le bottiglie, le bottiglie vuote, che prima facevano i fiaschi, no? il vino era nei fiaschi, e io anche dei fiaschi, di sotto in cantina, ma ne ho, che poi io ho fatto più di un piano, come le sedie di plastica che vanno dentro una nell’altra, e i fiaschi io facevo una distesa, con il culo a terra, poi ne mettevo giù altrettanti col culo in su, e così avanti che ce ne sono stati, poi non li hanno fatti più, hanno cominciato a fare le bottiglie, anche i bottiglioni, ma a me mi piacciono le bottiglie, mi piace il vino nelle bottiglie, i bottiglioni è quella roba tipo famiglia, che io la famiglia, bevetelo voi il vino da famiglia, io lo bevo nelle bottiglie, poco e buono, sangiovese, albana, bianchello, pagadebit, cagnina, anche la cagnina, che qui da noi è fatica trovarla, ma è buona, quando è buona, e io anche tutte queste bottiglie le tengo da conto, che di sotto, nel magazzino di là, e beh sono che non le conto più, e quando vado di sotto, che accendo la luce, è come un mare, perché sono di colori diversi, più chiare, più scure, ce ne sono che danno sul verde, ce ne sono che danno sul rosso, e lì delle volte, dico, qui ci vorrebbe come una barca, e vai per il mare, e senti una romanza, una barcarola, no, sono momenti che uno,
perché la gente mi dice sempre: anche tu, da solo, c’è questo discorso della solitudine, che te lo ripetono, te lo ripetono,
[Raffaello Baldini, La fondazione, trad. di Giuseppe Bellosi, Torinio, Einaudi 2008, pp. 16-17]
domenica 14 Marzo 2010
Ieri Giuseppe Bellosi, il traduttore della Fondazione di Baldini, ne ha fatto una lunga lettura a Reggio Emilia, dentro una rassegna che si chiama Come se i libri eran motori (e chi li leggeva era un meccanico), e è stata una cosa bellissima.
Nel tornare in treno a Bologna, Bellosi mi ha detto che nel suo paese, Fusignano, il 27 marzo, alle ore 18, ci sarà l’inaugurazione della Corte Raffaello Baldini, vicino a Piazza Corelli, una piazzetta in cui Baldini era andato a leggere, due volte, se non ricordo male, e anche questa mi sembra una cosa bellissima.
La sera, poi, del 27 marzo, nel teatro di Fusignano, ci sarà un recital delle poesie di Baldini, recitate sempre da Bellosi, ma lì è un po’ un problema, perché è tutto esaurito.