22 luglio – Gattatico

giovedì 22 Luglio 2021

Giovedì 22 luglio
a Gattatico,
a Casa Cervi,
alle ore 19,
parlo, con altri,
di Gigi Dall’Aglio

Semplice

mercoledì 21 Luglio 2021

Recitare: semplice, dolce e quasi impossibile.

[Gigi Dall’Aglio, Within this O. Il teatro all’interno della sua pupilla, Parma, Nuova Editrice Berti, 2021, p. 123]

Gigi

domenica 6 Dicembre 2020

C’è un mio amico che ha fatto la regia degli spettacoli teatrali più belli che ho visto in vita mia. Ha diretto anche me, quando ho fatto l’attore, 13 anni fa, nove repliche al Mercadante di Napoli. Durante le prove mi diceva, continuamente: «Non recitare». È morto ieri. Che due maroni.

Per forza

giovedì 5 Novembre 2015

Stamattina sto leggendo una cosa che ha scritto Gigi Dall’Aglio, che è stato il mio regista, quando ho recitato a teatro, qualche anno fa, e la parte più bella di quel lavoro, per me, eran state le prove, e mi son reso conto stamattina, leggendo il libro di Dall’Aglio, che le prove son le ripetizioni, e che mi eran piaciute le ripetizioni, e Per forza, ho pensato.

E gli danno il cavallo

martedì 11 Maggio 2010

L’altroieri sera sono stato a vedere uno spettacolo al Teatro Due di Parma. Andare in giro per Parma da solo, per me, è una cosa un po’ strana. Tra l’altro quel giorno lì, l’altroieri, forse era l’ultima volta che dormivo a Parma nella mia vita. Sicuramente l’ultima volta che dormivo a casa nostra; l’abbiamo venduta, l’altroieri ho restituito le chiavi. Nell’andare in là ho fatto un giro un po’ largo, avevo un’ora e mezzo di tempo. Mi è venuto da piangere a vedere il colore degli autobus di Parma, ma è possibile?, il verde del numero 8 con su scritto largo Nenni, per aria, sopra l’autista.
Prima, in stazione, mi era venuta in mente una cosa che mi era sembrata una cosa alla quale non avevo mai pensato, che io non son bravo perché son bravo, son bravo se son bravo. Me la sono segnata, sopra un taccuino.
Avevo un taccuino verde pisello che andava via un po’ insieme al mio portafoglio polacco, verde pisello. Ieri l’ho cambiato. Il portafoglio. Era un portafoglio da donna, sporgeva un po’ dalla tasca. Mia mamma mi ha detto Ti rapinano. E mi ha dato il portafoglio che era di mio babbo. Ha tolto la foto, c’era una foto di mia mamma da giovane, in bianco e nero, e poi me l’ha dato, e adesso uso quello. Ho anche una giacca, di mio babbo, una giacca blu che mio babbo ha spianato quando mio fratello Giulio ha fatto la prima comunione, trentacinque anni fa. È l’unica giacca che riesco a mettermi senza sentirmi un cretino. Spianare a Parma vuol dire mettersi per la prima volta.
Lo spettacolo, prima di entrare, c’era quel silenzio un po’ imbarazzato che c’è nei teatri, della gente che si trova vicina e non si conosce. C’eravam messi tutti in fila davanti alle porte, un po’ come in posta. È venuta la maschera a dirci Ma mettevi un po’ come volete. Continua a leggere »

Skrjabin

sabato 6 Dicembre 2008


Oggi, per radio, ho sentito che citavano Skjabin, mi è venuto in mente un pezzo del convengo multimediale in forma di commedia musicale intitolato Lunga, la strada, e sottotitolato Chi era, Aleksanrd Vertisnkij?, nel quale (in sintesi) tre slavisti che non sono riusciti a farsi valere come slavisti portano in giro per l’Italia un loro amico che neanche lui è riuscito a farsi valere come slavista, anzi, è praticamente impazzito nel corso della stesura della sua tesi di laurea (su Aleksandr Vertinskij), e lo esibiscono come caso clinico.

Il pezzo che tratta di Skrjabin è questo (la commedia era diretta da Gigi Dall’Aglio, con Mauro Gioia, Donatella Finocchiaro, Fabrizio Romano e la parte del conferenziere la facevo io, il pezzo è un po’ lungo, ma neanche tanto):

Il pianista si alza, guarda il pubblico, guarda se gli altri sono proprio usciti, guarda ancora il pubblico:

Pianista: Se posso proferire verbo anch’io… vorrei proferirlo…

Si volta a guardare dietro la spalle
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