Per rompere il ghiaccio

domenica 29 Settembre 2013

Gianni Rodari, Esercizi di fantasia

 

 

 

 

 

 

 

 

 

In un incontro simile a questo, per rompere il ghiaccio, ho chiesto: – Dov’è Domenico? E subito si sono alzati in tre o quattro; e dopo, per scherzare, dico: – Sabato dov’è? E si sono alzati in sei o sette. Perché era un posto dove c’è San Sabatino, ed un ragazzo su tre si chiama Sabatino. Ed io sono rimasto con un tanto di naso così… perché credevo di fargli uno scherzo; ed invece loro lo hanno fatto a me. Ma voi non vi chiamate Sabatino, neache Venerdino, Lunedino, Martedino…

[Gianni Rodari, Esercizi di fantasia, Roma, Editori Riuniti 2006, p. 33]

Un tale di Macerata

mercoledì 23 Gennaio 2013

Ho conosciuto un tale,
un tale di Macerata,
che insegnava ai coccodrilli
a mangiare la marmellata.

Le Marche, però,
sono posti tranquilli,
marmellata ce n’è tanta,
ma niente coccodrilli.

Quel tale girava
per il monte e per la pianura,
in cerca di coccodrilli
per mostrare la sua bravura.

Andò a Milano, a Como,
a Lucca, ad Acquapendente:
tutti posti bellissimi,
ma coccodrilli niente.

È ancora lì che gira,
un’impiego non l’ha trovato:
sa un bellissimo mestiere,
ma è sempre disoccupato.

[Gianni Rodari, Fra i banchi, illustrazioni di Giulia Orecchia, Trieste, Einaudi ragazzi 2013, p. 95]

La mia mucca

giovedì 17 Gennaio 2013

La mia mucca è turchina
si chiama Carletto
le piace andare in tram
senza pagare il biglietto.
Confina a nord con le corna,
a sud con la coda.
Porta un vecchio cappotto
e scarpe fuori moda.
La sua superficie
non l’ho mai misurata
dev’ essere un po’ meno
della Basilicata.
La mia mucca è buona
e quando crescerà
sarà la consolazione
di mamma e papà.
(Signor maestro, il mio tema
potrà forse meravigliarla:
io la mucca non ce l’ho,
ho dovuto inventarla.)

[Gianni Rodari, Fra i banchi, illustrazioni di Giulia Orecchia, Trieste, Einaudi ragazzi 2013, p. 34 (scelto e digitato dalla B.)]

Il treno merci

sabato 5 Gennaio 2013

Dal primo all’ultimo vagone
è tutto nero di carbone,
ma affacciato a uno sportellino
c’è il muso bianco di un vitellino.

[Gianni Rodari, Filastrocche in cielo e in terra, Torino, Einaudi 1972, p. 114]

Il mercante di diametri

venerdì 4 Gennaio 2013

Un cerchio ragionò:
con tanti diametri che ho,
perché non ne vendo un po’?
Così si fece mercante
e andava per i mercati
a vendere diametri sigillati.
A chi ne comprava tre
dava in omaggio
un raggio.
tutto questo succedeva
in un paese nebbioso,
dove anche un raggio di cerchio
sembra tanto luminoso.

[Gianni Rodari, Filastrocche in cielo e in terra, Torino, Einaudi 1972, p. 153]

Io vorrei

martedì 5 Giugno 2012

Io vorrei che nella Luna
ci si andasse in bicicletta
per vedere se anche lassù
chi va piano non va in fretta.

Io vorrei che nella Luna
ci si andasse in micromotore
per vedere se anche lassù
chi sta zitto non fa rumore.

Io vorrei che nella Luna
ci si andasse in accelerato
per vedere se anche lì
chi non mangia la domenica
ha fame il lunedì.

[Gianni Rodari, Filastrocche in cielo e in terra, Torino, Einaudi 1960 e 1972, p. 32]

Un’analisi

giovedì 15 Settembre 2011

All’analisi, la Befana risulta divisa in tre parti, come la Gallia di Giulio Cesare e la Divina Commedia:

– la scopa
– il sacco dei regali
– le scarpe rotte (citate, et pour cause, in un famosa filastrocca popolare).

[Gianni Rodari, Grammatica della fantasia, cit., p. 85]

Ancora

lunedì 7 Marzo 2011

Di ritorno dall’asilo una bambina domandava alla mamma: «Non capisco, la suora dice sempre che san Giuseppe è tanto buono, e questa mattina ha detto invece che è il padre più cattivo di Gesù Cristo». Evidentemente la parola «putativo» non le aveva detto nulla: la sua mente ne interpretava il suono calandolo in forme già possedute.

[Gianni Rodari, Grammatica della fantasia, cit., p. 37]

Tutte le parole buone

domenica 6 Marzo 2011

Dopo che io avevo parlato del modo di inventare una storia partendo da una parola data, l’insegnante Giulia Notari, della scuola per l’infanzia Diana, ha chiesto se qualche bambino si sentisse di inventare una storia con quel nuovo sistema e ha suggerito la parola «ciao». Un bambino di cinque anni ha raccontato questa storia:

Un bimbo aveva perso tutte le parole buone e gli erano rimaste quelle brutte: merda, cacca, stronzo, eccetera.
Allora la sua mamma lo porta da un dottore, che aveva i baffi lunghi così, e gli dice: – Apri la bocca, fuori la lingua, guarda in su, guarda in dentro, gonfia le guance.
Il dottore dice che deve andare a cercare in giro una parola buona. Prima trova una parola così (il bambino indica una lunghezza di circa venti centimetri) che era «uffa», che è cattiva. Poi ne trova una lunga così (circa cinquanta centimetri) che era «arrangiati» che è cattiva. Poi trova una parolina rosa, che era «ciao», se la mette in tasca, la porta a casa e impara a dire le parole gentili e diventa buono.

[Gianni Rodari, Grammatica della fantasia, Torino, Einaudi 2010, p. 17]

Omegna

venerdì 10 Settembre 2010

rodari

C’è uno scrittore italiano che si chiama Gianni Rodari (Omegna 1920, Roma 1980) che ha scritto una favola dove a un certo punto un semaforo diventa blu e nessuno capisce cosa vuol dire.