mercoledì 22 Settembre 2021
La maggior parte delle persone è così stupida che davvero non è un gran complimento dire che un uomo è superiore alle media.
[William Somerset Maugham, Taccuino di uno scrittore, traduzione di Gianni Pannofino, Milano, Adelphi 2021, p. 27]
sabato 11 Settembre 2021
Quando un giorno sulle pagine del «Times» comparirà il mio necrologio e si dirà: «Come? Credevo fosse morto anni fa», il mio fantasma riderà sotto i baffi.
[William Somerset Maugham, Taccuino di uno scrittore, traduzione di Gianni Pannofino, Milano, Adelphi 2021, p. 20]
giovedì 21 Maggio 2020
Il crimine ha una propria causa così come ce l’ha una malattia, e il modo di affrontare razionalmente un qualsiasi stato di anormalità consiste nel rimuoverne la causa.
«Un medico chiamato a curare una febbre tifoide cercherebbe probabilmente di individuare l’origine dell’acqua bevuta dal paziente, dopodiché, individuato il pozzo, ordinerebbe di ripulirlo per evitare che altri possano ammalarsi. Se per curare la febbre tifoide chiamassimo invece un giudice, questi infliggerebbe al paziente trenta giorni di carcere, pensando che, così, nessun altro oserebbe bere l’acqua impura. Se il paziente dovesse guarire in quindici giorni, sarebbe ugualmente tenuto a scontare la pena fino alla fine; e se, trascorsi i trenta giorni, la malattia dovesse essere peggiorata, il paziente sarebbe ugualmente rilasciato, perché la pena inflitta sarebbe stata scontata.
Di norma, i giudici non sono scienziati: pensano che per rendere buoni gli uomini ci sia un solo modo, che consiste nel terrorizzarli affinché non osino fare il male.
[Meyer Levin, Compulsion, traduzione di Gianni Pannofino, Milano, Adelphi 2017, p. 527]
sabato 13 Ottobre 2018
Le persone, in genere, amano parlare di sé, e io rimango turbato quando qualcuno mi dice cose che a mio avviso avrebbe fatto meglio a tenere per sé. Preferisco indovinarli, i segreti dei loro cuori. Non sono in grado di prendere la gente per come si mostra e non sono facilmente impressionabile. Non sono capace di venerazione. Sono più incline a ridere degli altri, che a rispettarli.
[W. Somerset Maugham, Alcuni romanzieri che ho conosciuto, in Lo spirito errabondo, traduzione di Gianni Pannofino, Milano, Adelphi 2018, pp. 218]
martedì 25 Settembre 2018
L’autore dei polizieschi non può dire, come quel noioso antico romano, che nulla di umano gli è estraneo; tutto gli è estraneo, tranne l’omicidio. È questo, naturalmente, il più umano dei delitti, perché immagino che a tutti sia capitato qualche volta di contemplarlo e di esserne stati distolti solo dal timore della pena o dalla paura (probabilmente infondata) del rimorso. L’assassino, invece, si è assunto il rischio davanti a cui noi abbiamo esitato, e la prospettiva della forca incombe sulle sue azioni con truce evidenza.
[W. Somerset Maugham, Declino e caduta del genere poliziesco, in Lo spirito errabondo, traduzione di Gianni Pannofino, Milano, Adelphi 2018, pp. 110-111]
mercoledì 19 Settembre 2018
È evidente che se l’assassino viene ritratto sin dall’inizio come una figura odiosa, per quanti falsi indizi si possano trovare disseminati lungo il cammino, i sospetti ricadranno immediatamente su di lui, e la storia finirà prima ancora di cominciare. Gli autori cercano talvolta di eludere la difficoltà rendendo odiosi tutti o quasi i personaggi, così che il lettore abbia da scegliere. Non sono convinto che sia una buona soluzione.
[W. Somerset Maugham, Declino e caduta del genere poliziesco, in Lo spirito errabondo, traduzione di Gianni Pannofino, Milano, Adelphi 2018, pp. 114-115]
venerdì 19 Gennaio 2018
«Il crimine ha una propria causa così come ce l’ha una malattia, e il modo di affrontare razionalmente un qualsiasi stato di anormalità consiste nel rimuoverne la causa.
«Un medico chiamato a curare una febbre tifoide cercherebbe probabilmente di individuare l’origine dell’acqua bevuta dal paziente, dopodiché, individuato il pozzo, ordinerebbe di ripulirlo per evitare che altri possano ammalarsi. Se per curare la febbre tifoide chiamassimo invece un giudice, questi infliggerebbe al paziente trenta giorni di carcere, pensando che, così, nessun altro oserebbe bere l’acqua impura. Se il paziente dovesse guarire in quindici giorni, sarebbe ugualmente tenuto a scontare la pena fino alla fine; e se, trascorsi i trenta giorni, la malattia dovesse essere peggiorata, il paziente sarebbe ugualmente rilasciato, perché la pena inflitta sarebbe stata scontata.
«Di norma, i giudici non sono scienziati: pensano che per rendere buoni gli uomini ci sia un solo modo, che consiste nel terrorizzarli affinché non osino fare il male».
[Meyer Levin, Compulsion, traduzione di Gianni Pannofino, Milano, Adelphi 2017, pp. 527]
mercoledì 10 Gennaio 2018
Suo padre stava passando i sottaceti, facendo notare che era andato personalmente in salumeria. Da quando la mamma era morta il personale di servizio si dimenticava regolarmente di certe cose. «Comunque l’Italia…» stava dicendo il vecchio. «Sarebbe preferibile evitarla, l’Italia, in questi tempi turbolenti». Judd lo lasciò parlare. I sottaceti erano buoni. Almeno quel gusto in comune ce l’avevano.
«Oh, l’Italia non è così male da quando è salito al potere quel Mussolini» dichiarò suo fratello. «La situazione nel paese è sotto controllo».
«Non ci si può mai fidare degli italiani», disse suo padre. «Gli italiani sono gente violenta e senza legge, con la loro Mano Nera. Anche qui a Chicago, tutti i contrabbandieri sono italiani. Con le loro leggi particolari, i loro omicidi, la nostra città si sta procurando una pessima reputazione».
«Certo, solo gli ebrei sono perfetti», replicò Judd secco, senza pensarci.
«Perlomeno, noi ebrei ci conformiamo alla legge e svolgiamo lavori e professioni rispettabili» disse il padre.
«Gli italiani ci hanno dato soltanto Dante e Leonardo da Vinci, Michelangelo e Raffaello» disse Judd. «Cellini e l’Aretino».
«Può darsi che un tempo fossero gente in gamba, ma oggi sono soltanto banditi».
Intervenne Max. «Ho sentito dire che questo Mussolini è un vero statista e che sta rinverdendo i fasti dell’antica Roma: una specie di superuomo». Judd fu colpito dalla parola usata da Max. Max, però, sorrideva, per far capire che per una volta stava provando a usare il linguaggio da intellettuale del fratello. «Judd, magari riesci persino a incontrarlo».
«Ma certo, posso darti delle lettere di presentazione: siamo in affari con gente importante che in Italia lavora nel settore dei trasporti navali» disse suo padre, per poi aggiungere con orgoglio: «Potresti parlare italiano con loro».
Nella mente di Judd riecheggiava la parola «superuomo».
[Meyer Levin, Compulsion, traduzione di Gianni Pannofino, Milano, Adelphi 2017, pp. 108-109]