Cosa pensa le gente quando si dicon le cose

domenica 24 Aprile 2011

Premesso che quello che penso io è che secondo me noi siamo liberi di fare quel che vogliamo, se ci riusciamo, mi viene in mente che un anno fa, a Bergamo, ero appena arrivato in città, mi ero molto meravigliato che i balconi delle case di Bergamo fossero pieni di bandiere tricolori. Quando avevo incontrato il ragazzo che era venuto a prendermi in stazione gli avevo chiesto: “Ma c’è una ribellione contro la lega?”. “No, – mi aveva detto lui, – c’è il raduno degli alpini”.
Ecco, non so come siano oggi le altre città e gli altri paesi italiani, ma a Bologna, o, per essere precisi, a Casalecchio di Reno, oggi, che è il 16 aprile 2011, ed è passato un mese dalle celebrazioni dei centocinquant’anni dell’Unità d’Italia, molti balconi sono ancora addobbati di bandiere tricolori, non tante quante a Bergamo per il raduno degli alpini, ma fanno comunque un’impressione strana. Continua a leggere »

Un frame

martedì 12 Aprile 2011

Quando insegno cos’è un frame (in italiano “cornice”, “quadro”, “struttura”) e come lo si crea, nell’ambito del corso del primo anno di Scienze cognitive all’università di Bekeley, il primo giorno assegno ai miei studenti un esercizio. L’esercizio consiste in questo: non pensate a un elefante. Non sono mai riuscito a trovare uno studente che ci riuscisse. Ogni parola, come per esempio “elefante”, evoca un frame, un quadro di riferimento, che può essere sostituito da una serie di immagini o di conoscenze di altro tipo. Gli elefanti sono grandi, hanno le orecchie pendule e la proboscide, fanno venire in mente il circo, e così via. Ogni parola si definisce in relazione a un frame. E anche quando neghiamo un certo concetto non possiamo evitare di evocarlo.
Richard Nixon lo scoprì a proprie spese. Durante lo scandalo Watergate, quando c’erano forti pressioni perché si dimettesse, Nixon parlò al paese in televisione. Si presentò davanti alla nazione e disse: “Non sono un imbroglione”. E tutti pensarono che era un imbroglione.

[George Lakoff, Non pensare all’elefante, traduzione di Bruna Tortorella, sl, internazionale 2006, p. 17]